domenica 28 febbraio 2016

Pubblicità dei tempi di pagamento



Altro elemento di particolare rilievo, sul quale la legislazione da ultimo insiste molto, riguarda il controllo dei tempi: per questa ragione occorre indicare il tempo mediamente impiegato nell’erogazione dei servizi di anno in anno.

Testo vigente
Testo modificato
Art. 33  Obblighi di pubblicazione concernenti i tempi di pagamento dell'amministrazione
1.  Le pubbliche amministrazioni pubblicano, con cadenza annuale, un indicatore dei propri tempi medi di pagamento relativi agli acquisti di beni, servizi e forniture, denominato «indicatore annuale di tempestività dei pagamenti». A decorrere dall'anno 2015, con cadenza trimestrale, le pubbliche amministrazioni pubblicano un indicatore, avente il medesimo oggetto, denominato «indicatore trimestrale di tempestività dei pagamenti». Gli indicatori di cui al presente comma sono elaborati e pubblicati, anche attraverso il ricorso a un portale unico, secondo uno schema tipo e modalità definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da adottare sentita la Conferenza unificata.
Art. 33  Obblighi di pubblicazione concernenti i tempi di pagamento dell'amministrazione
1.  Fermo restando quanto previsto dall'articolo 9-bis, le pubbliche amministrazioni pubblicano, con cadenza annuale, un indicatore dei propri tempi medi di pagamento relativi agli acquisti di beni, servizi e forniture, denominato «indicatore annuale di tempestività dei pagamenti». A decorrere dall'anno 2015, con cadenza trimestrale, le pubbliche amministrazioni pubblicano un indicatore, avente il medesimo oggetto, denominato «indicatore trimestrale di tempestività dei pagamenti». Gli indicatori di cui al presente comma sono elaborati e pubblicati, anche attraverso il ricorso a un portale unico, secondo uno schema tipo e modalità definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da adottare sentita la Conferenza unificata.

La novella modifica in minima parte l’articolo 33 del d.lgs 33/2013, limitandosi a ricordare che la pubblicità ivi prevista potrà essere realizzata nella forma semplificata di cui all’articolo 9-bis.

Il problema dei tempi di pagamento alle imprese è rilevantissimo. I ritardi costituiscono un macigno sulle imprese e sull’economia.
Il d.lgs 33/2013, dunque, impone alle amministrazioni di rendere pubblici i tempi medi di pagamento alle imprese. Si tratta di un indicatore estremamente importante, perché può orientare gli imprenditori verso le amministrazioni che si dimostrino maggiormente virtuose nell’adempiere all’obbligazione fondamentale.
Certo, il tema della puntualità dei pagamenti non si risolve esclusivamente con la pubblicazione dei tempi. Non si deve ignorare che l’allungamento se non proprio il blocco dei pagamenti sono anche causati da una normativa contraddittoria se non kafkiana, che li subordina sia al patto di stabilità (che, comunque, almeno nel 2016 permetterà lo sblocco dei pagamenti, per mezzo dell’abbandono dello sciagurato sistema della competenza mista), sia alle procedure invero complesse e dilatorie per verificare con Equitalia la regolarità nei pagamenti delle imposte, per somme superiori ai 10.000 euro e, soprattutto, il tempo infinito che fa impiegare l’acquisizione del Durc. Il quale, in una concatenazione perversa, spesso non permette il pagamento, perché il ritardo di altre amministrazioni impedisce alle imprese di versare regolarmente i contributi a Inps, Inail o Cassa edile.
L’indicatore previsto dal decreto trasparenza tutti questi aspetti non può evidenziarli e rischia di essere solo una sorta di gogna mediatica, in assenza di una disciplina che consenta davvero di rispettare una tempistica veloce, in linea con le direttive europee.

L’attuale normativa, proprio per gli oneri di controllo e il macigno del Durc non consente di rispettare facilmente i 30 giorni previsti, a meno di salti mortali o irregolarità. Insomma, la sola trasparenza non basta, se non si dà sostanza alle esigenze concrete.

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