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mercoledì 2 febbraio 2022

Appalti: le insidie del ritorno alla revisione prezzi obbligatoria

Il d.l. 4/2022 reintroduce la revisione prezzi obbligatoria per gli appalti, come rimedio all'esplosione dei prezzi dei materiali.

Un ritorno al passato, agli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso, quando l’istituto della revisione prezzi, da un lato era mal gestito dalle PA, dall’altro era utilizzato in modo abbastanza disinvolto (era un’epoca di elevata inflazione: ritardare l’esecuzione dei lavori era conveniente, per ottenere la revisione che faceva recuperare i ribassi), dall’altro una delle troppe leve per corrompere.

Il caro materiali, esploso in modo non imprevisto e per questo davvero poco giustificabile (ma al “mercato” si consente e perdona tutto), tuttavia c’è e quindi si torna ai rituali. Il Ministero che fissa periodicamente con decreti le variazioni intervenute, la legge che detta gli algoritmi di calcolo, le imprese che chiedono anche per materiali e voci non ricompresi nei decreti, le PA che annaspano, le revisioni concesse in modo sbagliato o parziale, i contenziosi connessi.

Già si è aperta la diatriba: come riconoscere la revisione per servizi e forniture? Si applicheranno in analogia i criteri per i lavori pubblici? Ci si rifarà all’inflazione? Si rimette tutto alla negoziazione tra le parti? I Tar e giudici ordinari attendono con pazienza.


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