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domenica 28 gennaio 2024

Immenso Sinner: batte Jannik (e Medvedev) e si regala il primo torneo dello slam

 Sinner ha battuto Jannik ed ha conquistato il suo primo torneo dello slam, l’Australian Open 2024.



Certo, dall’altra parte della rete c’era un avversario degno di tutto il rispetto e forte di un’esperienza molto collaudata (sebbene prevalentemente perdente) nelle finali slam, Danjil Medvev, che ha fatto per intero la sua parte.
Ma Sinner, secondo tennista italiano dell’era open a vincere un torneo dello slam e per di più il primo non sulla terra battuta, oggi aveva un ben più duro avversario: Jannik.
Jannik è il ragazzo ancora inesperto, ancora non abituato agli stress di una finale e alle insidie che può presentargli un navigato top 10, che già uno slam comunque l’ha vinto.
Nei primi due set, Sinner non è riuscito a sconfiggere Jannik. E’ stato, quindi, Jannik a giocare nel “vecchio” modo: servizio molto incerto, sia la prima, sia soprattutto la seconda; pochissimi angoli, colpi forti, ma dritto per dritto, con poche variazioni.
Jannik era molto teso. Il suo gioco ha finito per mettere in palla Medvedev, che, accortosi di avere di fronte il ragazzo che aveva già battuto 6 volte di seguito, pur essendo stanco delle precedenti 6 partite, ha preso il sopravvento.
Il russo ha servito alla grande, è rimasto vicino alla riga di fondo, contrariamente alle proprie abitudini e, sempre contraddicendo la natura, ha spinto, ha attaccato, ha variato. Ha mandato Jannik in confusione.
Bravo, Medvedev: ha messo a frutto al massimo possibile il vantaggio dell’esperienza. Ha visto di là Jannik e non ha perdonato.
Ma, a metà del terzo set, l’improvvisa metamorfosi: il viso da adolescente è mutato ed ha preso gli spigoli di quello dell’uomo; lo sguardo riverente ha fatto posto agli occhi del combattente; le spalle si sono allargate. Sinner ha chiesto spazio, ha salutato Jannik ed è entrato definitivamente in campo.
Ci aveva provato anche sul finire del secondo set, ma un Medvedev molto cinico lo aveva ricacciato via.
Nel decimo gioco del terzo, Sinner esce prepotentemente: risponde, resta con una testa degna del miglior Djokovic a macinare, conquista il set.
E’ stata la svolta. Il Sinner ancora solo 22enne, ma molto più maturo di Jannik, ha preso nuovamente a servire forte e preciso, a piazzare aces; ha iniziato a tirare forte e tenere sempre l’iniziativa degli scambi, vincendo sempre quelli prolungati.
Sinner si è accorto che il Medvedev che aveva impaurito Jannik non c’era più. Nel quarto set quei colpi in allungo incrociati destinati a spazzolare le righe che tanto avevano messo in crisi, erano sempre più rari. Mentre crescevano i vincenti di forza di Sinner, come anche gli angoli erano più spesso cercati e trovati.
Il russo ha provato con tutte le sue forze a rimediare. Ha provato alzando il muro: scardinato. Ha provato andando a rete: sempre più spesso, passato. Ha provato con le pause tra un set e l’altro: nessuna distrazione.
Sinner, a differenza di Jannik, non sapeva proprio come avrebbe potuto perdere. Ed ha vinto.
Ha battuto due avversari, fortissimi: l’esperto e bravo (onore al merito) russo, ed il se stesso di qualche mese fa, che aveva provato ad imprigionarlo ed ad impedirgli di completare la cavalcata, anzi la serie di salti da canguro verso il trofeo.
Vincere è sempre difficile: battere in un colpo solo la storia (dal 1976 nessun italiano vinceva un torneo dello slam), l’inesperienza, la tensione, la straordinaria intelligenza tattica dell’avversario e se stesso, è impresa davvero unica.
Questo formidabile modo di vincere il primo slam, al primo tentativo, è la prova definitiva: Sinner, ma ormai anche Jannik, è salito in cima. E sarà difficile scalzarlo.
Probabilmente il “vecchio” Jannik non lo vedremo più: continueremo ad assistere alle imprese di Sinner. Con la consapevolezza chiara che il suo gioco può – ed è incredibile dirlo – ancora migliorare.
Può ancora migliorare il servizio (specie se sotto tensione); può ancor meglio trovare gli angoli; può ulteriormente aumentare gli approcci a rete.
L’attitudine, ormai, invece, è perfetta. Rotta la comprensibile paura della prima volta, adesso il problema sarà prevalentemente degli altri. Specie se, come pare di poter scommettere, Sinner migliorerà ancora.

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