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venerdì 22 aprile 2022

Slitta ancora il Piao: questa è performance

 Adottare un sistema di programmazione, per altro nuovo, a metà anno, per lo Stato, e a fine settembre, per gli enti locali, è esattamente la prova che, almeno per il 2022, si tratterà solo di un mero adempimento, dovuto alla impuntatura di piedi di qualcuno, che preme perchè il Piao veda a qualsiasi costo la luce nel 2022.

Si concretizza sempre più il rischio della “layer of bureaucracy” paventato dal Consiglio di stato Sezione Consultiva per gli Atti Normativi 2 marzo 2022, n. 506.


Il Piao doveva essere adottato, nelle intenzioni di chi legifera senza tenere conto di concrete esigenze, tempistiche e modalità:

  1. entro il 31.12.2021;

  2. poi, entro il 31 gennaio di ogni anno e, quindi, entro il 31.1.2022;

  3. poi, entro il 30 aprile;

  4. poi, col d.l. Pnrr-2, entro il 30 giugno.


E nessuno ha ancora visto i decreti contenenti il piano tipo e le norme da abrogare, se non in quella bozza sonoramente bocciata da Palazzo Spada.


Il d.l. Pnrr-2 si intestardisce con un ulteriore mini rinvio dal 30 aprile al 30 giugno, come se in due mesi le carenze normative miracolosamente si risolvessero. Soprattutto, come se abbia un senso adottare a giugno decisioni programmatiche relative, per esempio, al piano dei fabbisogni, al piano della performance, al piano anticorruzione e trasparenza, al piano per facilitare l’accesso digitale ai servizi.


E’ da sperare che in questo continuo ossimorico inseguirsi di proroghe le amministrazioni abbiano comunque adottato i programmi che dovrebbero essere assorbiti dal Piao. Altrimenti, i concorsi, che dovrebbero essere “velocizzati” non potrebbero parite mai prima di giugno; e parlare di determinazione di obiettivi e risultati legati alla “performance” a metà anno è un po’ come trattare la “performance” in quel modo caustico e divertente che propone Virginia Raffaele quando si ispira in modo grottesco a Marina Abramović.


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