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giovedì 12 maggio 2022

Mancanza di stagionali per gli horeca. Idea: perchè non il lavoro coatto?

 Riparte anche nel 2022 la sequela di doglianze per la difficoltà a reperire lavoratori da parte di alberghi e ristorazione.

Le argomentazioni sono sempre le stesse; mai che si parli di condizioni di lavoro e contrattuali (diffusamente violate, come attestato da innumerevoli inchieste anche giornalistiche). La responsabilità è solo dei lavoratori. Lo spiega molto bene l'articolo de Il Sole 24 Ore del 12.5.2022 "Turismo, servono 387mila posti ma il 40 per cento è introvabile", ove si dà voce alle lamentazioni.

Sono i lavoratori i "cattivi". Infatti, si spiega, "hanno deciso di puntare su professioni più sicure e meno "sacrificanti" dal punto di vista degli orari": non si fa!

Ma, ovviamente, c'è anche il solito reddito di cittadinanza. Sebbene praticamente pochissimi stagionali lo percepiscano, ma soprattutto quasi nessun percettore dispone della minima indispensabile competenza e possibilità stessa sul piano dell'organizzazione della propria vita di lavorare nell'horeca, si insiste nel refrain che è il RdC una delle principali cause del mismatching.

L'articolo dà la parola alla presidente dei Federturismo di Confindustria, la cui diagnosi è lapidaria: "Sono migliaia le testimonianze di imprenditori che si sono visti rifiutare proposte di assunzione da lavoratori oggi inoccupati e spesso la ragione di tale ritrosia ad essere assunti risiede nella "concorrenza" che si è venuta a determinare tra reddito da lavoro e fruizione del reddito di cittadinanza o di altri sussidi come la Naspi".

Fantastico, oltre al RdC anche la new entry della Naspi. E pazienza se essa non è certo una regalia, ma frutto di pesanti contributi versati da datori di lavoro e lavoratori.

Ma sì, perchè non averci pensato prima? Invece di porsi il problema se retribuzioni, orari e condizioni complessive del lavoro siano competitive ed attrattive, meglio un bel blocco alle frontiere per non fare andare via gli stranieri impiegati nel settore ed imbullonarli alle cucine, alle hall degli hotel e ai tavoli di sala. Inoltre, abolire finalmente il reddito di cittadinanza, ma anche la Naspi ed ogni forma di ammortizzatore sociale per la disoccupazione. Non sia mai che il disoccupato si rammollisca nella bambagia dei notoriamente lautissimi ammortizzatori o si accorga che gli stipendi proposti siano perfino più bassi di quelli. Solo una bella disoccupazione pienamente povera, senza assistenza, potrà essere il motore che li spinga ad accettare qualsiasi lavoro a qualsiasi condizione. Così il problema è risolto.

Ma, forse, non basterebbe nemmeno quello. Perchè non, allora, un bel lavoro coatto per ogni disoccupato, che lo obblighi a rendere prestazioni lavorative per il settore del turismo? Senza ferie, però, eh: già lavorerebbe nel turismo, più ferie di così!

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