E' in bilico e forse sarà stralciato l'emendamento al disegno di legge di conversione del d.l. 21/2022 che prova ad assicurare ai dirigenti assunti a contratto, e in particolare ai funzionari che senza concorso sono chiamati alla dirigenza in applicazione (distorta) dell'articolo 19, comma 6, del d.lgs 165/2001, un futuro da dirigenti di ruolo. Anche in questo caso senza concorso:
Si infrangerebbe un sogno da sempre ricorrente per la politica: poter nominare dirigenti di "propria fiducia" e mantenerli per sempre nei gangli amministrativi.
Un dirigente di fiducia è utile quando la compagine politica al governo lo incarica, potendo contare sulla "affidabilità" di chi è scelto per la "personale adesione" al disegno politico (i dirigenti dovrebbero essere selezionati in base a competenze e capacità, ma una tessera spesso prevale).
Ma un dirigente di fiducia è utilissimo quando quella compagine politica non è più al governo: intercetta pratiche e soprattutto distribuisce ancora informazioni dall'interno, che altrimenti non sarebbero più sotto il controllo.
L'ordinamento ha sciaguratamente introdotto nel 1993 uno spoil system rabberciato e disordinato. Ma, almeno fin qui, si è tenuto fermo un principio: quello che i dirigenti di fiducia, proprio perchè il loco incarico è connotato in maniera molto forte politicamente, chiuso il mandato di chi li nomina, tornito alle precedenti occupazioni.
Il presentatore dell'emendamento se Il Messaggero di oggi la butta sul patetico: è giusto stabilizzare i "dirigenti precari". Si cerca di toccare le corde del cuore, dei poveri dirigenti a contratto precarizzati.
Peccato che l'emendamento sia specificamente rivolto a chi precario non lo è per nulla: perchè esso mira a collocare definitivamente nei ruoli della dirigenza chi non è affatto precario, cioè dipendenti pubblici inquadrati come funzionari e cooptati alla dirigenza senza concorso, per via fiduciaria. Precario è, se non si accettino giochi e giri di parole, chi viene assunto con forme lavorative poco garantite nella durata e nel trattamento economico e giuridico. Per qualificare come "precario" chi un lavoro ce l'ha e viene promosso ad una qualifica superiore, senza concorso, e con un trattamento economico più favorevole, ci vuole davvero la capacità di proporre voli pindarici ad usum delphini.
E' lo stesso tentativo posto in essere dall'Agenzia delle entrate, stoppato dalla sentenza 37/2015 della Corte costituzionale, non troppo favorevole alle "stabilizzazioni" di dirigenti "precari".
Il fatto è, comunque, che il d.l. 80/2021 ha già aperto le porte alle promozioni sul campo definitive e con simulacri di concorsi per i dirigenti "precari" estendendo le progressioni verticali (procedure di promozione interna il cui grado di selettività e capacità di scelta dei migliori non è mai stato particolarmente elevato) o concorsi riservati a funzionari appunto incaricati come dirigenti per sola imposizione delle mani.
E' evidente che, aperto uno spiraglio, si voglia poi giungere allo spalancamento di un portone. Questione di tempo.
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