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giovedì 14 luglio 2022

Province, dopo la devastazione il pannicello caldo di qualche assunzione

 

Prima una riforma scellerata, mal concepita, peggio attuata, con l’assurda ed illegittima clausola della sua approvazione “in attesa della riforma della Costituzione” (come se una legge ordinaria potesse anticipare gli effetti di una riforma costituzionale prima che sia approvata), devasta le province.

Poi, una volta distrutte, mentre ancora è strutturale il deficit di un miliardo coperto ogni anno con pezze a colori, una volta persi quasi 35.000 dipendenti, arriva la boutade del “rilancio”, perchè si fanno, forse, poco meno di 5.000 assunzioni.

Una pochade, che nella realtà è la tragedia di un sistema affetto dalla riformite, dalle riforme per le riforme, approvate senza logica, senza valutazione di impatto, solo per assecondare l’onda e gli slogan, o pamphlet superficiali ed inchieste e campagne giornalistiche suffragate da dati totalmente sbagliati e tanto di quel populismo che a parole si critica e si addebita ad alcune forze politiche, quando invece è alla base di ogni riforma da 30 anni a questa parte.

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