giovedì 11 settembre 2025

Siamo proprio sicuri che gli incarichi per funzioni tecniche vadano pubblicati? - Le Autonomie

Siamo proprio sicuri che gli incarichi per funzioni tecniche vadano pubblicati? - Le Autonomie: Col Parere anticorruzione del 23 luglio 2025 – Fasc.2764.2025 l’Anac afferma che gli incentivi tecnici sono oggetto di pubblicazione ai sensi dell’articolo 18 del d.lgs 33/2023. Le conclusioni del parere sono le seguenti: Ma, siamo del tutto sicuri della pertinenza [...]

lunedì 8 settembre 2025

Sinner, alla ricerca del servizio perduto

 


Meglio perdere una finale di slam in modo così netto come quello patito il 7 settembre da Sinner contro Alcaraz, o dopo oltre 5 ore e con 3 match ball a favore?
Indubbiamente è sempre meglio vincerle le finali di slam. Il modo col quale le si perde, alla fine, non ha troppa importanza, specie per i palmarèes e gli albi d'oro.
Tuttavia, sul piano squisitamente tecnico, per la finale degli Us Open 2025 conta, eccome il modo col quale Alcaraz l'ha vinta, con pieno merito e senza alcuna discussione.
Una vittoria per nulla sorprendente, visto il livello espresso dallo spagnolo per tutte le due settimane di gioco, mai raggiunto da Sinner, anche quando l'italiano ha battuto con relativa facilità alcuni avversari.
Dove è stato il divario, evidente ed incolmabile, della finale? Lo dicono con chiarezza estrema le statistiche della partita: nel servizio.
Sinner ha giocato una partita ad handicap. Solo il 48% di prime palle in campo, una miseria che ha trascinato con sè i 47 punti vinti in risposta da Alcaraz, con i conseguenti 5 break ottenuti.
Un servizio così poco redditizio sulla prima palla porta evidentemente all'esaltazione dell'avversario, che per ben il 58% dei turni di risposta può contare sulla seconda ed aggredirla.
E implica la perdita di fiducia del battitore: infatti, Sinner ha avuto, per le pochissime prime messe in campo, una resa molto bassa e lontana dai suoi normali standard, solo il 69% di punti vinti.
I problemi al servizio si segnalano sin da Roma, torneo del rientro dopo la squalifica. Si sono manifestati molto nella finale di Parigi e non erano certo estranei nemmeno a Wimbledon.
Solo che da Londra a ieri, Alcaraz ha preso alcune contromisure, mentre Sinner è rimasto dove si trovava.
In particolare, Alcaraz:
1. ha migliorato la propria concentrazione ed attitudine: ieri ha denunciato solo un passaggio a vuoto, che gli è costato il secondo set, ma non ha per nulla inciso sull'andamento complessivo della partita;
2. ha migliorato di gran lunga il rovescio: ormai regge benissimo la diagonale e riesce a variare con dei lungolinea potenti e fulminei;
3. ha sfoderato per tutte le settimane di gioco una risposta al servizio che oggettivamente non ha molto da invidiare a quella di Sinner.
Tre aspetti che, uniti ad una minore ricerca del punto spettacolare a fronte di una maggiore solidità, hanno portato lo spagnolo su un livello superiore, sia rispetto a Parigi, sia rispetto a Londra.
Non è che Sinner improvvisamente sia divenuto un giocatore meno forte. E' stato Alcaraz a salire in modo esponenziale.
Quindi, la finale degli US Open nel modo con cui si è conclusa non può che essere per Sinner utile per provare a sua volta a salire e raggiungere lo spagnolo.
Il formidabile gioco di pressione da fondo campo di Sinner viene scardinato solo in un modo e lo hanno evidenziato Dimitrov a Wimbledon, nonchè Shapovalov, Auger Aliassime e Alcaraz negli Usa: impedendogli di alzare il muro invalicabile delle bordate a ritmo forsennato. Per fare ciò, il sistema è aggredire Sinner subito, nei primissimi colpi del game, servizio e risposta. Ma, mentre alcuni tennisti sono in grado di adottare questo sistema solo per un set o due, per poi cedere, Alcaraz è in grado di riuscirci per un'intera sfida.
I margini di miglioramento di Alcaraz, comunque, ormai appaiono ridotti. C'è sempre un percorso di crescita, ma pare che il livello raggiunto sia al limite del vertice massimo.
Alcaraz è arrivato circa un anno e mezzo prima di Sinner a tale vertice. E' normale che si sia assestato prima dell'Altoatesino sul livello fenomenale visto nelle due settimane dello US Open.
La sconfitta di Sinner, quindi, non è certo tale da destare nessun allarme. Un Alcaraz in giornata non centratissima, non in grado di toccare quei livelli per tutto il tempo, è ancora alla portata di Sinner.
Ma, l'altoatesino non può permettersi di entrare in campo dipendendo da come gioca Alcaraz. Il suo status di principale oppositore dello spagnolo gli impone di trovare le contromisure.
Al contrario di Alcaraz, i margini di miglioramento di Sinner sono ancora moltissimi. Per citarne uno che salta all'evidenza, la verticalizzazione verso la rete, ancora troppo latitante. Poi, la diagonale del dritto: formidabile, ma migliorabile, specie per lo spostamento verso destra, talora troppo macchinoso per reggere il confronto con Alcaraz.
Ma, soprattutto, il profondo lavoro da realizzare riguarda il grande assente: il servizio.
Sin dal suo ingresso nell'èlite del grande tennis, la battuta si è rivelata uno tra i pochi punti deboli di Sinner, che nei primi anni mostrava una elevata capacità di strappare il servizio agli avversari, ma una rilevante vulnerabilità del proprio turno di servizio.
Dalla seconda metà del 2023 Sinner ha migliorato moltissimo la seconda palla. Il servizio, è bene ricordarlo, non è solo composto dalla prima: la si può tirare a 300 chilometri all'ora, ma se la seconda non è efficace, non serve a molto. Il servizio di Sampras era efficacissimo non solo per la resa della prima, ma soprattutto della seconda. Un campionissimo come Murray ha forse ottenuto meno di quanto poteva anche a causa della resa di una seconda non eccelsa.
Anche ieri Sinner sulla seconda ha ottenuto il 52% dei punti: percentuale che non è per nulla male, considerando chi aveva di fronte.
Ma, se si continua a tirare prevalentemente seconde, l'avversario riesce ad adeguarsi e sulla seconda si è necessariamente più conservativi e prevedibili.
Quindi, il miglioramento necessario riguarda la prima palla di servizio e deve essere di natura quantitativa e qualitativa.
Sulla quantità, i dati sono chiari: la media stagionale di prime in campo di Sinner è verosimilmente inferiore di molto al 60%. Se poi arriva alla voragine del 48%, il rischio non è di non poter fare partita pari con Alcaraz, ma anche di perdere con molti altri.
La qualità è ovviamente condizionata dalla quantità. Comunque, si nota con estrema chiarezza come Sinner, rispetto a gennaio quando vinse in Australia, tira meno forte e soprattutto non trova più con facilità gli angoli. E' praticamente scomparsa la prima palla esterna da sinistra a uscire, che gli aveva reso il servizio praticamente inattaccabile.
La circostanza che alcuni mesi fa il livello del servizio di Sinner fosse molto migliore conforta: evidentemente l'italiano ha la capacità di servire in modo molto migliore.
Il fatto che da maggio a settembre, tuttavia, non sia riuscito a venire fuori dal pantano di una battuta poco efficace lascia perplessi.
Sarà ovviamente lo staff ad occuparsi del problema e della soluzione. Allo sguardo profano, il servizio di Sinner sembra condizionato da alcuni aspetti: lancio di palla troppo in avanti e troppo basso con "mulinello" del braccio troppo ampio, oltre ad una frontalità marcata. La risultante è la palla che nella gran parte dei casi finisce abbondantemente sotto il nastro.
Lo abbiamo evidenziato altre volte: anche Djokovic a inizio carriera aveva un servizio nemmeno lontanamente paragonabile alla pulizia di movimento, precisone ed efficacia poi ottenuta attraverso modifiche rilevantissime alla tecnica utilizzata. Lo stesso Alcaraz ha cambiato il movimento, semplificandolo, pur essendo già dotato di una grandissima rimessa in gioco.
Non si vede, quindi, perchè Sinner non dovrebbe riuscire a mettere a posto a sua volta questo colpo. Se ciò avverrà e riuscirà a tenere con maggiore comodità i propri turni, senza dover continuamente andare ai vantaggi offrendo palle break e sprecando moltissime energie fisiche e di concentrazione, potrà azionare la sua pressione da fondo micidiale con maggiore continuità ed efficienza. Ma, l'avventura verso la rete deve divenire meno episodica.

domenica 31 agosto 2025

Con Shapovalov per Sinner sono iniziati davvero gli Us Open

 


Le due precedenti partite giocate da Sinner (con Kopriva e Popyrin), praticamente non fanno testo: troppo poco l'impegno necessario, tanto che il n. 1 ha chiesto di fare allenamento a conclusione dei match.

La vittoria contro l'australiano, che è un osso duro, per la verità faceva ben sperare. Ma, oggettivamente, Popyrin aveva le marce basse e Sinner ha vinto senza alcun problema, non dovendo nemmeno mai dare fondo a tutte le sue capacità.

Col canadese Shapovalov è stata tutta un'altra musica. Il talentuoso attuale n. 27 al mondo è capace di giocare toccando vette di livello elevatissimo, anche se non riesce a farlo costantemente.

Ieri, Shapovalov ha disputato un match di livello di molto superiore al suo ranking, come non di rado gli accade se opposto ad uno dei top 10 e, oggettivamente, per i primi tre set ha giocato alla pari di Sinner, se non anche meglio in alcuni passaggi.

I meriti di un giocatore sono spesso speculari ai problemi dell'altro. Per intendersi: Sinner ha vinto con merito una partita tosta, con un avversario che è da considerare una "mina vagante", capace di prestazioni molto consistenti a prescindere dal numeretto che ne indica la classifica.

Va reso merito a Sinner di aver vinto "da campione": e per "vincere da campione" non si intende solo travolgere l'avversario, senza dargli scampo, ma anche saper venire fuori da partite molto complicate, pur non essendo in giornata particolarmente brillante, sia per meriti dell'avversario, sia per qualche scoria nel proprio gioco.

E ieri di piccole mancanze di oliatura ai meccanismi di Sinner si sono viste. Per esempio, una, evidenziata dalle statistiche: 2 aces in tutta la partita. Ma anche il numero dei servizi vincenti, cioè senza risposta in campo di Shapovalov, è stato ridottissimo. Sinner ha dovuto vincere praticamente ogni proprio turno di servizio faticando e rischiando, non riuscendo quasi mai ad ottenere punti comodi.

Certo, il canadese ha sfoderato una risposta di gran livello, ma oggettivamente non è nè noto, nè ricordato per essere in possesso di una rimessa in gioco di particolare qualità.

Alla ricerca del servizio ancora in parte perduto (a gennaio, in Australia, la prima palla di Sinner era di tutt'altra efficacia, molto maggiore di quella poi riapparsa al termine dei 3 mesi di stop), ieri il n. 1 del mondo ha provato ad elevare le percentuali di prime, senza grandi esiti. Alla fine, solo il 58%. Poi, ha messo a segno un ragguardevole 84% di punti sulle prime messe in campo, ma, si ribadisce, a prezzo di notevoli sforzi di gioco. Fortunatamente il servizio è un complesso, la combinazione tra prima e seconda e la seconda di Sinner è molto efficace e, quindi, col 50% di punti ottenuti con questo colpo ha potuto riprendere in mano le redini dell'incontro.

Fino al 7-5, 4-6, 3-0, 30-40 su servizio di Sinner, però, Shapovalov aveva impensierito moltissimo l'altoatesino. L'inizio del terzo set era stato da incubo. Il canadese per tutti i precedenti set aveva non solo risposto sempre, ma soprattutto aveva tenuto con sorprendente continuità e soprattutto efficacia gli scambi da fondo, non permettendo a Sinner di sfondare e anzi non di rado trovando lui il vincente o l'errore del n. 1.

Scampato il pericolo per Sinner del secondo break nel terzo set, qualcosa nel meccanismo del canadese si è rotto. Evidentemente, aveva giocato ad un livello altissimo, a marce forse troppo elevate per poter essere tenute così frenetiche per lungo tempo.

Così è subentrato il non certo sorprendente affanno e Shapovalov ha perso 9 games di fila, in perfetta e simmetrica corrispondenza con il raggiungimento da parte di Sinner di un gioco di caratura molto migliore di quello mostrato nei primi due set e nei tre terribili primi games del terzo.

Da quel momento, il dislivello tra i due si è visto ed ha permesso a Sinner di vincere al quarto, sebbene comunque il canadese sia rimasto comunque lì ed abbia avuto la possibilità di allungare la partita recuperando il break decisivo del quarto set.

Quali conclusioni trarre? Shapovalov, con pochi altri tennisti nel circuito, dispone - se è ispirato - degli strumenti per mettere in difficoltà Sinner: ha un gioco prorompente, è solido nei fondamentali, ha un gran servizio, varia moltissimo le rotazioni, apre molto bene gli angoli, consente di scambiare poco. Insomma, riesce a ridurre l'efficacia dell'arma principale di Sinner: impostare scambi continui a velocità sostenutissima, con colpi potenti e tali da soffocare l'avversario.

Ieri Sinner non ha soffocato. Ha giocato una partita difficile con molta testa, con poco servizio, e comunque sfoderando almeno 5 punti da cineteca.

I problemi al servizio restano tutti e sono pesanti. 2 ace su un cemento veloce sono davvero pochissimi e tanto più insoddisfacenti contro chi ha un servizio, invece, efficacissimo, varia il gioco, è imprevedibile, trova quarti d'ora o mezze ore di livello altissimo, ha grande fantasia e si può permettere, forte di turni di servizio vinti facilmente, di rischiare tutto nei propri turni di risposta, magari agevolato dal servizio di Sinner ancora in cerca di autore. Vi sembra, quello descritto prima, l'identikit di Shapovalov, ma anche quello di Bublik? Ovviamente, sì.

Tutto sommato, allora, la partita col canadese probabilmente ci voleva: ha messo Sinner in condizione di entrare davvero nel torneo e di non arrivare impreparato alle insidie del kazako, ricordando che i giocatori capaci di metterlo alle corde o batterlo hanno, in proporzioni diverse e con continuità ed efficacia diverse, tutti quelle caratteristiche: basti pensare a chi in questi mesi ha battuto Sinner o lo ha messo davvero in difficoltà: Alcaraz, Bublik, Dimitrov e proprio Shapovalov.

lunedì 25 agosto 2025

Accrual, una mappatura dei processi si porta su tutto - Le Autonomie

Accrual, una mappatura dei processi si porta su tutto - Le Autonomie: Alcuni decenni addietro, nell’epoca del “modernismo” amministrativo e del tentativo di applicare il New Public Management, si diffuse l’idea secondo la quale parlare di “procedimenti” amministrativi era desueto e inelegante: meglio riferirsi ai “processi”, parola più altisonante e “manageriale”, che [...]

martedì 19 agosto 2025

Il ritiro di Sinner? Fa parte di quella cosa chiamata sport


 Poteva mancare un breve post sul ritiro di Sinner nella finale di Cincinnati? Certo che poteva e forse doveva mancare, ma invece è andata così.

Che dire? Sulla vicenda si registrano un buon numero di commenti sui social che criticano il n. 1 del mondo perchè troppo fragile, perchè non è abituato al caldo, perchè non è capace di lottare e simili.

Legittimo pensare tutto quel che si crede, comprese le sciocchezze di chi evidentemente non ha molto chiaro un elemento: il tennis è certamente un circo mega milionario, che muove interessi economici e commerciali spaventosi molto di più di quanto non si interessi realmente agli esiti delle partite giocate, ma in campo si affrontano, certo, dei plurimilionari, ma pur sempre in un agone sportivo (per la corretta pronuncia: agòne).

Gli è che lo sport è un fatto della vita, soggetto, quindi, a molte variabili. Ci si può anche sentire male durante la sfida, o si può stare male la sera prima, o infortunarsi. Ricordate Baggio e il suo infortunio che pregiudicò la finale del Mondiale 1994? Ma gli esempi possono essere tantissimi altri.

Lo sport a qualsiasi livello, per consentire di competere, richiede buone se non ottime condizioni di salute, nessun infortunio o fastidio che possa compromettere la prestazione, aver mangiato e dormito bene, così da presentarsi al confronto, alla gara o alla sfida al meglio. Basta un nonnulla perchè gli avversari facciano notare il divario.

Figure leggendarie come Djokovic, Nadal e Federer, restando nel campo tennistico, hanno probabilmente abituato male: non solo sono stati dei veri e propri alieni del gioco, ma hanno anche avuto dalla loro una condizione fisica quasi sempre invidiabile (sebbene non siano mancati stop, talora anche lunghi), che ha permesso loro una continuità stupefacente e di non ritirarsi praticamente mai a partita iniziata.

Sinner, invece, ha contratto una condizione febbrile debilitante (non si è capito a cosa dovuta) che non lo aveva nemmeno fatto dormire. In quelle condizioni, se avesse giocato, avrebbe perso con qualsiasi giocatore tra i primi 200 al mondo (chi conosce il tennis, sa bene che pur essendo le gerarchie della classifica molto precise, basta un nonnulla per azzerarle), ma soprattutto avrebbe rischiato di compromettere ulteriormente le proprie condizioni di salute. Ricordate, tornando al calcio, Graziani che si infortunò a pochi minuti dall'avvio della finale Italia - Germania del 1982? Figuriamoci quanto gli sia costato uscire per Altobelli in una partita che si sentiva potesse essere vinta. Ma, se fosse restato avrebbe nociuto a se stesso e alla squadra.

Dunque, Sinner, come accade a qualsiasi sportivo colpito da malesseri o infortuni, si è ritirato. Oltre tutto, il tennis impegna i campioni quasi ogni settimana, quasi ogni giorno: mantenere la condizione al meglio in modo continuativo non è per nulla facile.

Il ritiro dalla finale non intacca nemmeno minimamente quel che il ragazzone ha ottenuto, nè sminuisce una stagione vessata da una squalifica senza senso, che gli ha impedito di giocare per ben 3 mesi, nella quale ha comunque già vinto 2 tornei del Grande Slam dei 4 totali, Melbourne e Wimbledon. Basta andare a guardare gli albi d'oro per scoprire che campionissimi ricordati da tutti, come Panatta, Cash, Gerulaitis, Tanner, Roche, Stich, Cilic, Del Potro, Roddick, Ferrero, Ivanisevic, Chang, Krajicek e altri di slam ne hanno vinto 1 solo in tutta una carriera.

Piuttosto, della settimana a Cincinnati resta una piccola preoccupazione ed una presa di coscienza: come si è avuto modo di rilevare in precedenti post, Sinner da quando è rientrato dopo i 3 mesi di stop continua ad avere problemi di qualità e quantità della prima palla di servizio. Egli stesso nell'ultimo mese ha dichiarato più volte ai media che intende allenare il colpo, per migliorarlo.