Poteva mancare un breve post sul ritiro di Sinner nella finale di Cincinnati? Certo che poteva e forse doveva mancare, ma invece è andata così.
Che dire? Sulla vicenda si registrano un buon numero di commenti sui social che criticano il n. 1 del mondo perchè troppo fragile, perchè non è abituato al caldo, perchè non è capace di lottare e simili.
Legittimo pensare tutto quel che si crede, comprese le sciocchezze di chi evidentemente non ha molto chiaro un elemento: il tennis è certamente un circo mega milionario, che muove interessi economici e commerciali spaventosi molto di più di quanto non si interessi realmente agli esiti delle partite giocate, ma in campo si affrontano, certo, dei plurimilionari, ma pur sempre in un agone sportivo (per la corretta pronuncia: agòne).
Gli è che lo sport è un fatto della vita, soggetto, quindi, a molte variabili. Ci si può anche sentire male durante la sfida, o si può stare male la sera prima, o infortunarsi. Ricordate Baggio e il suo infortunio che pregiudicò la finale del Mondiale 1994? Ma gli esempi possono essere tantissimi altri.
Lo sport a qualsiasi livello, per consentire di competere, richiede buone se non ottime condizioni di salute, nessun infortunio o fastidio che possa compromettere la prestazione, aver mangiato e dormito bene, così da presentarsi al confronto, alla gara o alla sfida al meglio. Basta un nonnulla perchè gli avversari facciano notare il divario.
Figure leggendarie come Djokovic, Nadal e Federer, restando nel campo tennistico, hanno probabilmente abituato male: non solo sono stati dei veri e propri alieni del gioco, ma hanno anche avuto dalla loro una condizione fisica quasi sempre invidiabile (sebbene non siano mancati stop, talora anche lunghi), che ha permesso loro una continuità stupefacente e di non ritirarsi praticamente mai a partita iniziata.
Sinner, invece, ha contratto una condizione febbrile debilitante (non si è capito a cosa dovuta) che non lo aveva nemmeno fatto dormire. In quelle condizioni, se avesse giocato, avrebbe perso con qualsiasi giocatore tra i primi 200 al mondo (chi conosce il tennis, sa bene che pur essendo le gerarchie della classifica molto precise, basta un nonnulla per azzerarle), ma soprattutto avrebbe rischiato di compromettere ulteriormente le proprie condizioni di salute. Ricordate, tornando al calcio, Graziani che si infortunò a pochi minuti dall'avvio della finale Italia - Germania del 1982? Figuriamoci quanto gli sia costato uscire per Altobelli in una partita che si sentiva potesse essere vinta. Ma, se fosse restato avrebbe nociuto a se stesso e alla squadra.
Dunque, Sinner, come accade a qualsiasi sportivo colpito da malesseri o infortuni, si è ritirato. Oltre tutto, il tennis impegna i campioni quasi ogni settimana, quasi ogni giorno: mantenere la condizione al meglio in modo continuativo non è per nulla facile.
Il ritiro dalla finale non intacca nemmeno minimamente quel che il ragazzone ha ottenuto, nè sminuisce una stagione vessata da una squalifica senza senso, che gli ha impedito di giocare per ben 3 mesi, nella quale ha comunque già vinto 2 tornei del Grande Slam dei 4 totali, Melbourne e Wimbledon. Basta andare a guardare gli albi d'oro per scoprire che campionissimi ricordati da tutti, come Panatta, Cash, Gerulaitis, Tanner, Roche, Stich, Cilic, Del Potro, Roddick, Ferrero, Ivanisevic, Chang, Krajicek e altri di slam ne hanno vinto 1 solo in tutta una carriera.
Piuttosto, della settimana a Cincinnati resta una piccola preoccupazione ed una presa di coscienza: come si è avuto modo di rilevare in precedenti post, Sinner da quando è rientrato dopo i 3 mesi di stop continua ad avere problemi di qualità e quantità della prima palla di servizio. Egli stesso nell'ultimo mese ha dichiarato più volte ai media che intende allenare il colpo, per migliorarlo.
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