Meglio perdere una finale di slam in modo così netto come quello patito il 7 settembre da Sinner contro Alcaraz, o dopo oltre 5 ore e con 3 match ball a favore?
Indubbiamente è sempre meglio vincerle le finali di slam. Il modo col quale le si perde, alla fine, non ha troppa importanza, specie per i palmarèes e gli albi d'oro.
Tuttavia, sul piano squisitamente tecnico, per la finale degli Us Open 2025 conta, eccome il modo col quale Alcaraz l'ha vinta, con pieno merito e senza alcuna discussione.
Una vittoria per nulla sorprendente, visto il livello espresso dallo spagnolo per tutte le due settimane di gioco, mai raggiunto da Sinner, anche quando l'italiano ha battuto con relativa facilità alcuni avversari.
Dove è stato il divario, evidente ed incolmabile, della finale? Lo dicono con chiarezza estrema le statistiche della partita: nel servizio.
Sinner ha giocato una partita ad handicap. Solo il 48% di prime palle in campo, una miseria che ha trascinato con sè i 47 punti vinti in risposta da Alcaraz, con i conseguenti 5 break ottenuti.
Un servizio così poco redditizio sulla prima palla porta evidentemente all'esaltazione dell'avversario, che per ben il 58% dei turni di risposta può contare sulla seconda ed aggredirla.
E implica la perdita di fiducia del battitore: infatti, Sinner ha avuto, per le pochissime prime messe in campo, una resa molto bassa e lontana dai suoi normali standard, solo il 69% di punti vinti.
I problemi al servizio si segnalano sin da Roma, torneo del rientro dopo la squalifica. Si sono manifestati molto nella finale di Parigi e non erano certo estranei nemmeno a Wimbledon.
Solo che da Londra a ieri, Alcaraz ha preso alcune contromisure, mentre Sinner è rimasto dove si trovava.
In particolare, Alcaraz:
1. ha migliorato la propria concentrazione ed attitudine: ieri ha denunciato solo un passaggio a vuoto, che gli è costato il secondo set, ma non ha per nulla inciso sull'andamento complessivo della partita;
2. ha migliorato di gran lunga il rovescio: ormai regge benissimo la diagonale e riesce a variare con dei lungolinea potenti e fulminei;
3. ha sfoderato per tutte le settimane di gioco una risposta al servizio che oggettivamente non ha molto da invidiare a quella di Sinner.
Tre aspetti che, uniti ad una minore ricerca del punto spettacolare a fronte di una maggiore solidità, hanno portato lo spagnolo su un livello superiore, sia rispetto a Parigi, sia rispetto a Londra.
Non è che Sinner improvvisamente sia divenuto un giocatore meno forte. E' stato Alcaraz a salire in modo esponenziale.
Quindi, la finale degli US Open nel modo con cui si è conclusa non può che essere per Sinner utile per provare a sua volta a salire e raggiungere lo spagnolo.
Il formidabile gioco di pressione da fondo campo di Sinner viene scardinato solo in un modo e lo hanno evidenziato Dimitrov a Wimbledon, nonchè Shapovalov, Auger Aliassime e Alcaraz negli Usa: impedendogli di alzare il muro invalicabile delle bordate a ritmo forsennato. Per fare ciò, il sistema è aggredire Sinner subito, nei primissimi colpi del game, servizio e risposta. Ma, mentre alcuni tennisti sono in grado di adottare questo sistema solo per un set o due, per poi cedere, Alcaraz è in grado di riuscirci per un'intera sfida.
I margini di miglioramento di Alcaraz, comunque, ormai appaiono ridotti. C'è sempre un percorso di crescita, ma pare che il livello raggiunto sia al limite del vertice massimo.
Alcaraz è arrivato circa un anno e mezzo prima di Sinner a tale vertice. E' normale che si sia assestato prima dell'Altoatesino sul livello fenomenale visto nelle due settimane dello US Open.
La sconfitta di Sinner, quindi, non è certo tale da destare nessun allarme. Un Alcaraz in giornata non centratissima, non in grado di toccare quei livelli per tutto il tempo, è ancora alla portata di Sinner.
Ma, l'altoatesino non può permettersi di entrare in campo dipendendo da come gioca Alcaraz. Il suo status di principale oppositore dello spagnolo gli impone di trovare le contromisure.
Al contrario di Alcaraz, i margini di miglioramento di Sinner sono ancora moltissimi. Per citarne uno che salta all'evidenza, la verticalizzazione verso la rete, ancora troppo latitante. Poi, la diagonale del dritto: formidabile, ma migliorabile, specie per lo spostamento verso destra, talora troppo macchinoso per reggere il confronto con Alcaraz.
Ma, soprattutto, il profondo lavoro da realizzare riguarda il grande assente: il servizio.
Sin dal suo ingresso nell'èlite del grande tennis, la battuta si è rivelata uno tra i pochi punti deboli di Sinner, che nei primi anni mostrava una elevata capacità di strappare il servizio agli avversari, ma una rilevante vulnerabilità del proprio turno di servizio.
Dalla seconda metà del 2023 Sinner ha migliorato moltissimo la seconda palla. Il servizio, è bene ricordarlo, non è solo composto dalla prima: la si può tirare a 300 chilometri all'ora, ma se la seconda non è efficace, non serve a molto. Il servizio di Sampras era efficacissimo non solo per la resa della prima, ma soprattutto della seconda. Un campionissimo come Murray ha forse ottenuto meno di quanto poteva anche a causa della resa di una seconda non eccelsa.
Anche ieri Sinner sulla seconda ha ottenuto il 52% dei punti: percentuale che non è per nulla male, considerando chi aveva di fronte.
Ma, se si continua a tirare prevalentemente seconde, l'avversario riesce ad adeguarsi e sulla seconda si è necessariamente più conservativi e prevedibili.
Quindi, il miglioramento necessario riguarda la prima palla di servizio e deve essere di natura quantitativa e qualitativa.
Sulla quantità, i dati sono chiari: la media stagionale di prime in campo di Sinner è verosimilmente inferiore di molto al 60%. Se poi arriva alla voragine del 48%, il rischio non è di non poter fare partita pari con Alcaraz, ma anche di perdere con molti altri.
La qualità è ovviamente condizionata dalla quantità. Comunque, si nota con estrema chiarezza come Sinner, rispetto a gennaio quando vinse in Australia, tira meno forte e soprattutto non trova più con facilità gli angoli. E' praticamente scomparsa la prima palla esterna da sinistra a uscire, che gli aveva reso il servizio praticamente inattaccabile.
La circostanza che alcuni mesi fa il livello del servizio di Sinner fosse molto migliore conforta: evidentemente l'italiano ha la capacità di servire in modo molto migliore.
Il fatto che da maggio a settembre, tuttavia, non sia riuscito a venire fuori dal pantano di una battuta poco efficace lascia perplessi.
Sarà ovviamente lo staff ad occuparsi del problema e della soluzione. Allo sguardo profano, il servizio di Sinner sembra condizionato da alcuni aspetti: lancio di palla troppo in avanti e troppo basso con "mulinello" del braccio troppo ampio, oltre ad una frontalità marcata. La risultante è la palla che nella gran parte dei casi finisce abbondantemente sotto il nastro.
Lo abbiamo evidenziato altre volte: anche Djokovic a inizio carriera aveva un servizio nemmeno lontanamente paragonabile alla pulizia di movimento, precisone ed efficacia poi ottenuta attraverso modifiche rilevantissime alla tecnica utilizzata. Lo stesso Alcaraz ha cambiato il movimento, semplificandolo, pur essendo già dotato di una grandissima rimessa in gioco.
Non si vede, quindi, perchè Sinner non dovrebbe riuscire a mettere a posto a sua volta questo colpo. Se ciò avverrà e riuscirà a tenere con maggiore comodità i propri turni, senza dover continuamente andare ai vantaggi offrendo palle break e sprecando moltissime energie fisiche e di concentrazione, potrà azionare la sua pressione da fondo micidiale con maggiore continuità ed efficienza. Ma, l'avventura verso la rete deve divenire meno episodica.
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