domenica 31 agosto 2025

Con Shapovalov per Sinner sono iniziati davvero gli Us Open

 


Le due precedenti partite giocate da Sinner (con Kopriva e Popyrin), praticamente non fanno testo: troppo poco l'impegno necessario, tanto che il n. 1 ha chiesto di fare allenamento a conclusione dei match.

La vittoria contro l'australiano, che è un osso duro, per la verità faceva ben sperare. Ma, oggettivamente, Popyrin aveva le marce basse e Sinner ha vinto senza alcun problema, non dovendo nemmeno mai dare fondo a tutte le sue capacità.

Col canadese Shapovalov è stata tutta un'altra musica. Il talentuoso attuale n. 27 al mondo è capace di giocare toccando vette di livello elevatissimo, anche se non riesce a farlo costantemente.

Ieri, Shapovalov ha disputato un match di livello di molto superiore al suo ranking, come non di rado gli accade se opposto ad uno dei top 10 e, oggettivamente, per i primi tre set ha giocato alla pari di Sinner, se non anche meglio in alcuni passaggi.

I meriti di un giocatore sono spesso speculari ai problemi dell'altro. Per intendersi: Sinner ha vinto con merito una partita tosta, con un avversario che è da considerare una "mina vagante", capace di prestazioni molto consistenti a prescindere dal numeretto che ne indica la classifica.

Va reso merito a Sinner di aver vinto "da campione": e per "vincere da campione" non si intende solo travolgere l'avversario, senza dargli scampo, ma anche saper venire fuori da partite molto complicate, pur non essendo in giornata particolarmente brillante, sia per meriti dell'avversario, sia per qualche scoria nel proprio gioco.

E ieri di piccole mancanze di oliatura ai meccanismi di Sinner si sono viste. Per esempio, una, evidenziata dalle statistiche: 2 aces in tutta la partita. Ma anche il numero dei servizi vincenti, cioè senza risposta in campo di Shapovalov, è stato ridottissimo. Sinner ha dovuto vincere praticamente ogni proprio turno di servizio faticando e rischiando, non riuscendo quasi mai ad ottenere punti comodi.

Certo, il canadese ha sfoderato una risposta di gran livello, ma oggettivamente non è nè noto, nè ricordato per essere in possesso di una rimessa in gioco di particolare qualità.

Alla ricerca del servizio ancora in parte perduto (a gennaio, in Australia, la prima palla di Sinner era di tutt'altra efficacia, molto maggiore di quella poi riapparsa al termine dei 3 mesi di stop), ieri il n. 1 del mondo ha provato ad elevare le percentuali di prime, senza grandi esiti. Alla fine, solo il 58%. Poi, ha messo a segno un ragguardevole 84% di punti sulle prime messe in campo, ma, si ribadisce, a prezzo di notevoli sforzi di gioco. Fortunatamente il servizio è un complesso, la combinazione tra prima e seconda e la seconda di Sinner è molto efficace e, quindi, col 50% di punti ottenuti con questo colpo ha potuto riprendere in mano le redini dell'incontro.

Fino al 7-5, 4-6, 3-0, 30-40 su servizio di Sinner, però, Shapovalov aveva impensierito moltissimo l'altoatesino. L'inizio del terzo set era stato da incubo. Il canadese per tutti i precedenti set aveva non solo risposto sempre, ma soprattutto aveva tenuto con sorprendente continuità e soprattutto efficacia gli scambi da fondo, non permettendo a Sinner di sfondare e anzi non di rado trovando lui il vincente o l'errore del n. 1.

Scampato il pericolo per Sinner del secondo break nel terzo set, qualcosa nel meccanismo del canadese si è rotto. Evidentemente, aveva giocato ad un livello altissimo, a marce forse troppo elevate per poter essere tenute così frenetiche per lungo tempo.

Così è subentrato il non certo sorprendente affanno e Shapovalov ha perso 9 games di fila, in perfetta e simmetrica corrispondenza con il raggiungimento da parte di Sinner di un gioco di caratura molto migliore di quello mostrato nei primi due set e nei tre terribili primi games del terzo.

Da quel momento, il dislivello tra i due si è visto ed ha permesso a Sinner di vincere al quarto, sebbene comunque il canadese sia rimasto comunque lì ed abbia avuto la possibilità di allungare la partita recuperando il break decisivo del quarto set.

Quali conclusioni trarre? Shapovalov, con pochi altri tennisti nel circuito, dispone - se è ispirato - degli strumenti per mettere in difficoltà Sinner: ha un gioco prorompente, è solido nei fondamentali, ha un gran servizio, varia moltissimo le rotazioni, apre molto bene gli angoli, consente di scambiare poco. Insomma, riesce a ridurre l'efficacia dell'arma principale di Sinner: impostare scambi continui a velocità sostenutissima, con colpi potenti e tali da soffocare l'avversario.

Ieri Sinner non ha soffocato. Ha giocato una partita difficile con molta testa, con poco servizio, e comunque sfoderando almeno 5 punti da cineteca.

I problemi al servizio restano tutti e sono pesanti. 2 ace su un cemento veloce sono davvero pochissimi e tanto più insoddisfacenti contro chi ha un servizio, invece, efficacissimo, varia il gioco, è imprevedibile, trova quarti d'ora o mezze ore di livello altissimo, ha grande fantasia e si può permettere, forte di turni di servizio vinti facilmente, di rischiare tutto nei propri turni di risposta, magari agevolato dal servizio di Sinner ancora in cerca di autore. Vi sembra, quello descritto prima, l'identikit di Shapovalov, ma anche quello di Bublik? Ovviamente, sì.

Tutto sommato, allora, la partita col canadese probabilmente ci voleva: ha messo Sinner in condizione di entrare davvero nel torneo e di non arrivare impreparato alle insidie del kazako, ricordando che i giocatori capaci di metterlo alle corde o batterlo hanno, in proporzioni diverse e con continuità ed efficacia diverse, tutti quelle caratteristiche: basti pensare a chi in questi mesi ha battuto Sinner o lo ha messo davvero in difficoltà: Alcaraz, Bublik, Dimitrov e proprio Shapovalov.

lunedì 25 agosto 2025

Accrual, una mappatura dei processi si porta su tutto - Le Autonomie

Accrual, una mappatura dei processi si porta su tutto - Le Autonomie: Alcuni decenni addietro, nell’epoca del “modernismo” amministrativo e del tentativo di applicare il New Public Management, si diffuse l’idea secondo la quale parlare di “procedimenti” amministrativi era desueto e inelegante: meglio riferirsi ai “processi”, parola più altisonante e “manageriale”, che [...]

martedì 19 agosto 2025

Il ritiro di Sinner? Fa parte di quella cosa chiamata sport


 Poteva mancare un breve post sul ritiro di Sinner nella finale di Cincinnati? Certo che poteva e forse doveva mancare, ma invece è andata così.

Che dire? Sulla vicenda si registrano un buon numero di commenti sui social che criticano il n. 1 del mondo perchè troppo fragile, perchè non è abituato al caldo, perchè non è capace di lottare e simili.

Legittimo pensare tutto quel che si crede, comprese le sciocchezze di chi evidentemente non ha molto chiaro un elemento: il tennis è certamente un circo mega milionario, che muove interessi economici e commerciali spaventosi molto di più di quanto non si interessi realmente agli esiti delle partite giocate, ma in campo si affrontano, certo, dei plurimilionari, ma pur sempre in un agone sportivo (per la corretta pronuncia: agòne).

Gli è che lo sport è un fatto della vita, soggetto, quindi, a molte variabili. Ci si può anche sentire male durante la sfida, o si può stare male la sera prima, o infortunarsi. Ricordate Baggio e il suo infortunio che pregiudicò la finale del Mondiale 1994? Ma gli esempi possono essere tantissimi altri.

Lo sport a qualsiasi livello, per consentire di competere, richiede buone se non ottime condizioni di salute, nessun infortunio o fastidio che possa compromettere la prestazione, aver mangiato e dormito bene, così da presentarsi al confronto, alla gara o alla sfida al meglio. Basta un nonnulla perchè gli avversari facciano notare il divario.

Figure leggendarie come Djokovic, Nadal e Federer, restando nel campo tennistico, hanno probabilmente abituato male: non solo sono stati dei veri e propri alieni del gioco, ma hanno anche avuto dalla loro una condizione fisica quasi sempre invidiabile (sebbene non siano mancati stop, talora anche lunghi), che ha permesso loro una continuità stupefacente e di non ritirarsi praticamente mai a partita iniziata.

Sinner, invece, ha contratto una condizione febbrile debilitante (non si è capito a cosa dovuta) che non lo aveva nemmeno fatto dormire. In quelle condizioni, se avesse giocato, avrebbe perso con qualsiasi giocatore tra i primi 200 al mondo (chi conosce il tennis, sa bene che pur essendo le gerarchie della classifica molto precise, basta un nonnulla per azzerarle), ma soprattutto avrebbe rischiato di compromettere ulteriormente le proprie condizioni di salute. Ricordate, tornando al calcio, Graziani che si infortunò a pochi minuti dall'avvio della finale Italia - Germania del 1982? Figuriamoci quanto gli sia costato uscire per Altobelli in una partita che si sentiva potesse essere vinta. Ma, se fosse restato avrebbe nociuto a se stesso e alla squadra.

Dunque, Sinner, come accade a qualsiasi sportivo colpito da malesseri o infortuni, si è ritirato. Oltre tutto, il tennis impegna i campioni quasi ogni settimana, quasi ogni giorno: mantenere la condizione al meglio in modo continuativo non è per nulla facile.

Il ritiro dalla finale non intacca nemmeno minimamente quel che il ragazzone ha ottenuto, nè sminuisce una stagione vessata da una squalifica senza senso, che gli ha impedito di giocare per ben 3 mesi, nella quale ha comunque già vinto 2 tornei del Grande Slam dei 4 totali, Melbourne e Wimbledon. Basta andare a guardare gli albi d'oro per scoprire che campionissimi ricordati da tutti, come Panatta, Cash, Gerulaitis, Tanner, Roche, Stich, Cilic, Del Potro, Roddick, Ferrero, Ivanisevic, Chang, Krajicek e altri di slam ne hanno vinto 1 solo in tutta una carriera.

Piuttosto, della settimana a Cincinnati resta una piccola preoccupazione ed una presa di coscienza: come si è avuto modo di rilevare in precedenti post, Sinner da quando è rientrato dopo i 3 mesi di stop continua ad avere problemi di qualità e quantità della prima palla di servizio. Egli stesso nell'ultimo mese ha dichiarato più volte ai media che intende allenare il colpo, per migliorarlo.



lunedì 28 luglio 2025

Affidopoli: se così fan tutti lo si deve alle riforme di questi 30 anni - Le Autonomie

Affidopoli: se così fan tutti lo si deve alle riforme di questi 30 anni - Le Autonomie: La cosiddetta “Affidopoli” di Pesaro sul piano penale probabilmente si rivelerà poco più di una bolla di sapone mediatica e ben difficilmente le ipotesi di reato porteranno a qualche condanna. Per altro, ovviamente, è sempre da augurarsi che chi sia [...]

domenica 27 luglio 2025

Quelle torri di oltre 25 metri e l'abdicazione etica dei comuni a "fare i comuni" - Le Autonomie

Quelle torri di oltre 25 metri e l'abdicazione etica dei comuni a "fare i comuni" - Le Autonomie: Appare del tutto evidente quanto sia irrazionale la sentenza del Tar Lombardia 2747/2025 (per altro in contrasto con le opposte visioni della Cassazione 26620/2025). secondo la quale si può realizzare una torre gigantesca in un quartiere giù inurbato, senza pianificazione. [...]