Giorgia Iafrate dovrebbe prendere atto che aver contravvenuto ad un ordine del magistrato competente non è solo una scelta discutibile sul piano amministrativo, ma un'esperienza - credo triste - di vita.
Dovrebbe aver imparato che tra l'obbligo di ricoverare una minore in una struttura dedicata (certo, triste, forse squallida) e l'affidarla ad "una consigliera regionale eletta dal popolo" incorrono differenze immense. Intanto, non per il fatto che una persona sia "eletta dal popolo" essa acquisisce qualità taumaturgiche per grazia divina. Può, invece, benissimo accadere che l'eletta dal popolo abbandoni la minore per strada, lasciandola ad una praticante di burlesque brasiliana, che dopo pochi giorni sbatte fuori di casa la minore stessa, dopo avergliele date di santa ragione.
Ci sono eletti ed eletti, certo. Ma, il rispetto delle istituzioni, soprattutto da chi nelle istituzioni lavora, passa soprattutto per il rispetto delle gerarchie, dei doveri. E gli "eletti" non possono e non debbono intervenire in procedure e pratiche di dettaglio. Se sono capaci, hanno il compito di governare e fare leggi.
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