domenica 6 maggio 2012

Consulenze nella P.A. Ma cosa dice Patroni Griffi?

In merito alle consulenze nella pubblica amministrazione destano non poco sgomento le dichiarazioni del Ministro della Funzione Pubblica, ad analizzare i dati riguardanti la spesa per jl 2011, che stando ai primi dati censiti a Palazzo Vidoni si assesta per meno della metà dell'anno in un ammontare superiore ai 700.000 euro.

Il Ministro ha dichiarato che nel 2012 le consulenze dovranno diminuire almeno del 20%. Sembra lo sbandieramento di un fiero intento di riduzione della spesa pubblica riguardante l'abitudine perversa di continuare a rivolgersi a soggetti esterni, da parte di amministrazioni che certo non mancano di dipendenti, dirigenti e professionalità di valore.

Non ci sarebbe, dunque, nulla da ridire se non fosse che la memoria porta a ricordarsi dell'articolo 6, comma 7, del d.l. 78/2010, convertito in legge 122/2010: "Al fine di valorizzare le professionalità interne alle amministrazioni, a decorrere dall'anno 2011 la spesa annua per studi ed incarichi di consulenza, inclusa quella relativa a studi ed incarichi di consulenza conferiti a pubblici dipendenti, sostenuta dalle pubbliche amministrazioni di cui al comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009 n. 196, incluse le autorità indipendenti, escluse le università, gli enti e le fondazioni di ricerca e gli organismi equiparati nonchè gli incarichi di studio e consulenza connessi ai processi di privatizzazione e alla regolamentazione del settore finanziario, non può essere superiore al 20 per cento di quella sostenuta nell'anno 2009. L'affidamento di incarichi in assenza dei presupposti di cui al presente comma costituisce illecito disciplinare e determina responsabilità erariale".

Come si nota, già nel 2011 la spesa per le consulenze si sarebbe dovuta contrarre dell'80% rispetto al 2009! Altro che ridursi del 20% nel 2012.

Allora, sorge il sospetto che quanto abbia asserito il Prof. Vaciago nel corso della puntata di Servizio Pubblico del 3 maggio scorso sia vero: le leggi e le norme ci sono, ma l'amministrazione pubblica non le rispetta.

Non ci sarebbe necessità di scandagliare ed analizzare la tipologia di spese inutili. Il Conto del personale 2010, pubblicato dalla Ragioneria generale, rivela che le spese per consulenze ed incarichi due anni fa superò i 2,5 miliardi.

Senza scomodare Giarda, Bondi e spening review non occorrerebbe molto per capire che un simile volume di spesa è inaccettabile. Soprattutto se esiste già una norma che vuole ridurla dell'80% rispetto al 2009.

Il Conto annuale del 2009 è chiaro: la spesa per incarichi esterni ammontò a 2,7 miliardi. Stando alla legge già vigente, non si potrebbe superare il tetto del 20% di quella somma, e cioè 540 milioni di euro.

Invece, come dimostrano i dati raccolti da Palazzo Vidoni, già nella sola prima parte del 2011 quella soglia è stata superata.

L'unica conclusione da trarre, poichè comunque siamo in tempo di revisione della spesa, è che occorre semplicemente vietare tutti gli incarichi esterni e formalizzare modalità di controllo preventivo sugli atti di spesa.

Il resto è solo fuffa.

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