domenica 16 marzo 2014

#Renzi Le bacchettate di Hollande che la stampa nasconde #flop #bugie scoperte

Sui giornali di oggi, l'atteggiamento principale della stampa è la magnificazione dei risultati scaturiti dall'incontro del premier Renzi col presidente francese Hollande.
Ancora una volta, la stampa italiana dimostra di non saper guarire dal suo profondo malessere: essere sempre eccessivamente dalla parte del governo, che significa mantenere buoni rapporti, possibilità di consulenze, ma anche un occhio di riguardo per gli editori e per le banche che li finanziano.
Tuttavia, anche la propaganda più becera, qualche notizia, ben nascosta, non riesce del tutto a tacerla. In sostanza, Hollande ha fatto comprendere a brutto muso a Renzi che è meglio lasciar perdere senza nemmeno parlarne l'idea di utilizzare circa 4-5 miliardi per finanziare la manovra presentata con le famose slide, attraverso l'aumento del rapporto deficit/Pil dal 2,6% al 3,00%.
Renzi aveva fatto il gradasso più di una volta, annunciando che avrebbe fatto strame dei vincoli dell'Europa. Sembrava dovesse "sbattere i pugni" per superare addirittura i vincoli eccessivi, tra cui l'andare oltre e di molto la percentuale citata sopra e di non farsi scrupolo di superare altri vincoli, unilateralmente.
Hollande, che conosce benissimo Merkel e Germania, ha consigliato a Renzi di abbassare la cresta e non provarci nemmeno. Infatti, su Il Messaggero trapela la notizia (confermata in modo molto più sfumato da qualche altro giornale) che appunto Renzi ha del tutto rinunciato a questo intento.
Dunque, il finanziamento della manovra-senza-provvedimenti fin qui propagandata risulterebbe finanziata solo da:
- risorse della spending review (con cifre che oscillano tra i 3 e i 5 miliardi, come fossero dettagli);
- riduzione del carico dei tassi di interesse, dovuti al calo dello spread;
- accordo Italia-Svizzera per il rientro dei capitali.
La notizia è ben nascosta, perchè è terrorizzante. Infatti, è la conferma che si tratta di un vero e proprio salto nel buio. A fronte, infatti, di tagli strutturali e continuativi alle entrate dell'ordine di oltre 10 miliardi, le "coperture" sono del tutto aleatorie.
La spending review, infatti, non può che essere considerata a consuntivo e non a preventivo e certamente, tirati i conti si avrà la prova che i risparmi immaginati saranno molto diversi, perchè i tempi tecnici delle modifiche organizzative immaginate sono di molto superiori a quelli che occorrerebbero per l'immediatezza delle iniziative. E, comunque, si tratta di risparmi per loro natura aleatori: obiettivi di risparmio, per nulla detto che possano essere conseguiti.
La riduzione della spesa per i tassi di interesse è ancor più aleatoria, in quanto lasciata esclusivamente ai "capricci" dei mercati, che a distanza di pochi mesi o anni cambiano radicalmente il quadro. Ripetiamo: il taglio delle entrate Irpef di 10 miliardi è definitivo. La riduzione dello spread non può esserlo per sua natura. E, comunque, anche in questo caso i risparmi potrebbero essere utilizzati solo a consuntivo, dunque nel 2015, non certo prima di essere stati contabilizzati (il che dovrebbe avvenire entro maggio, per il mantenimento dell'impegno ad aumentare le buste paghe ai lavoraori).
Infine, l'accordo con la Svizzera è la fonte meno certa e utile alla manovra. In primo luogo, perchè è totalmente incerta: l'accordo ancora semplicemente non esiste e per conseguirlo occorre ancora tanto, ma proprio tanto tempo. In secondo luogo, si tratterebbe di un'entrata "una tantum", totalmente inutilizzabile per finanziare una riduzione di entrata destinata a durare nel tempo.
Ma, forse, il problema è proprio questo: Renzi non ha mai detto che la manovra risulterà assestata definitivamente a regime. In effetti, correre ed apparire decisionisti è molto utile ora, in campagna elettorale. Per rivedere il tutto ed ubbidire, come sempre, ai diktat europei, c'è la manovra estiva. E l'estate viene dopo maggio e le elezioni europe...

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