Quasi nessuno ha fatto notare un evidente assurdo della manovra economica contenuta nel d.l. 66/2014: la circostanza che tra gli enti chiamati, nel 2014, a contribuire ai tagli alla spesa pubblica vi siano le città metropolitane.
Esse, come le province, dovrebbero assicurare parte consistente dei 2,1 miliardi che il d.l. immagina di poter tagliare dalle spese per "consumi intermedi", cioè acquisti di beni e servizi. Si tratta dei 340 milioni (più altri 100 previsti come risparmi dai "costi della politica") che il d.l. preveda province e, appunto, città metropolitane debbano risparmiare e versare al bilancio dello Stato. Che, per altro, laddove detti enti fossero inadempienti, potrebbe trattenerli direttamente dal gettito dell'imposta provinciale di trascrizione sugli atti di compravendita delle automobili.
Il piccolo ma non trascurabile dettaglio del quale il d.l. 66/2014 non tiene conto è che nel 2014 le città metropolitane non esisteranno ancora.
Il taglio previsto dal decreto opera immediatamente dalla data della sua entrata in vigore e deve concretizzarsi entro giugno. Le città metropolitane, invece, vedranno la luce solo nell'autunno avanzato, tra ottobre e novembre, dopo l'elezione dei nuovi organi ed la trasformazione delle province di origine nel nuovo ente.
Dunque, enti "fantasma", attualmente inesistenti, sono chiamati dal legislatore a contribuire, oggi, ad un taglio imponente della spesa, come se fossero già operanti.
E' il trionfo della propaganda, che fa assumere come veri ed esistenti dati e circostanze non solo di là da venire, ma ancora molto contorti e controversi.
Il Governo talmente si è impegnato nella lotta, oggettivamente non solo assurda ma, nei risultati anche poco efficace contro le province che sono ancora lì, tutt'altro che abolite, da immaginare ciò che non esiste: appunto, l'esistenza delle città metropolitane. E si aspetta che enti della fantasia e dei sogni facciano tagli veri e concreti alla spesa pubblica.
Effetti collaterali della propaganda: gli esponenti del governo, continuando a recitare il mantra della falsa abolizione delle province e della loro sostituzione ("finalmente", dicono, ma senza spiegare perchè utilizzano questo avverbio) con le città metropolitane, si sono autoconvinti di avere già effettivamente già fatto sorgere tali enti. E, come benvenuto, le inchiodano già alla necessità di apportare tagli più che significativi ai bilanci.
Si dirà che il d.l. 66/2014 prevede tagli non solo per il 2014, ma anche per il 2015, quando le città metropolitane saranno effettivamente già costituite. Vero. Ma, allora, niente avrebbe impedito ai raffinati estensori del d.l. 66/2014 di scrivere accanto alla parola "città metropolitane" un'espressione come "quando saranno costituite". Così, solo per amore di verità e correttezza nei confronti dei cittadini e per far capire che governare e legiferare sarebbe cosa diversa dal fare becera propaganda.
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