mercoledì 1 febbraio 2017

Adempiere o funzionare?


Lo abbiamo sentito e risentito: “bisogna passare dalla cultura dell’adempimento, alla cultura del risultato”.
Per rinfrescare la memoria:
- da http://www.agid.gov.it/notizie/2015/02/05/digitale-pa-cultura-delladempimento-del-servizio-al-cittadino:
Digitale e PA, dalla cultura dell'adempimento a quella del servizio al cittadino
Competenze digitali, indispensabili per trasformare il rapporto fra amministrazione e cittadini
Digitale e PA, dalla cultura dell'adempimento a quella del servizio al cittadino
Un momento di confronto significativo, quello che si è tenuto questa mattina a Palazzo Vidoni, dove esponenti del mondo delle istituzioni, della politica e della società civile, si sono confrontati sul tema delle competenze digitali nell’amministrazione pubblica. Capacità nuove che permettano a chi lavora nel settore pubblico di migliorare processi, modelli organizzativi per offrire i servizi che servono a migliorare la vita quitidiana di cittadini e imprese.
“Agire sulle competenze digitali significa anche cambiare mentalità e approccio di chi lavora nella pubblica amministrazione" – ha dichiarato Alessandra Poggiani, Direttore Generale dell’Agenzia per l’italia Digitale – "Bisogna passare dalla cultura dell’adempimento a quella del servizio. Le tecnologie permettono di offrire servizi piú facili e comodi, ma solo se cambiamo anche i processi. Non dobbiamo digitalizzare la burocrazia, ma rendere la pubblica amministrazione piú semplice usando tutti gli strumenti che l'innovazione digitale ci mette a disposizione. Per farlo serve maggiore cultura dell'innovazione e piú competenze digitali in tutta la PA: a partire dalla dirigenza".

- da http://www.unica.it/pub/7/show.jsp?id=8404&iso=22&is=7
DALLA CULTURA DELL’ADEMPIMENTO ALLA CULTURA DEL RISULTATO
A Cagliari si parla della riforma Brunetta
Videonotizia realizzata dal centro di produzione UnicaTV
“Dalla cultura dell’adempimento alla cultura del risultato”: nelle parole del professor Alessandro Spano, docente di Economia aziendale, per la Pubblica amministrazione c’è la sfida della quale si è discusso durante un seminario che ha offerto un’approfondita analisi di coerenza degli strumenti manageriali con le finalità della legge delega 15/2009 e dello schema di decreto legislativo approvato dal Governo nel maggio scorso, i due provvedimenti meglio noti come “Riforma Brunetta”. L’iniziativa è stata curata dai docenti dell’area pubblica amministrazione del Dipartimento di Ricerche

- da http://www.lastampa.it/2016/07/14/italia/cronache/cantone-allattacco-i-piani-anticorruzione-sono-rimasti-dei-pezzi-di-carta-JL7vLzHpDKgybqzSXq2a1H/pagina.html
Poi c’è il nodo delle Pa. Perché, ammette Cantone, è rimasto sostanzialmente «un pezzo di carta» il piano anticorruzione delle amministrazioni. Un’affermazione basata sui numeri. Sono stati esaminati 1.900 piani, la cui qualità, spiega il presidente dell’Anac, «appare modesta». L’analisi del contesto esterno è assente per oltre l’84% dei casi, la mappatura dei processi delle aree a rischio obbligatorie è di scarsa qualità in circa 3/4 dei casi, mentre le misure di trattamento del rischio sono adeguate solo in 4 casi su 10. «Queste criticità sono confermate anche dall’attività di vigilanza: nel corso del 2015, sono stati aperti ben 929 procedimenti istruttori, alcuni relativi ad importanti amministrazioni come Roma Capitale e il ministero dello Sviluppo economico». Secondo il numero uno dell’Anac «l’attuazione insoddisfacente del Pna (Piano nazionale anticorruzione, ndr) è riconducibile a diversi fattori». A cominciare dalle difficoltà organizzative delle amministrazioni, complice la scarsità delle risorse finanziarie». Per non parlare del «diffuso atteggiamento di mero adempimento formale, limitato ad evitare le responsabilità in caso di mancata adozione del Piano». Una situazione aggravata dal «problema, sempre più evidente, dell’isolamento del Responsabile della prevenzione della corruzione (Rpc) nella formazione e nell’attuazione del Piano, a fronte del sostanziale disinteresse degli organi di indirizzo politico, che il più delle volte si limitano a ratificare il suo operato, approvando il Piano senza alcun approfondimento o supporto reale all’attività». 

Inutile continuare, esempi di dichiarazioni, seminari, convegni, interviste, libri, articoli e altri approfondimenti sulla necessità di abbandonare la cultura dell’adempimento a favore di quella del risultato possono essere facilmente reperiti in rete.
Il principio è innegabilmente corretto. La pubblica amministrazione dovrebbe svolgere la propria attività in primo luogo per ottenere risultati a beneficio della popolazione amministrata e non al semplice fine di “adempiere”, cioè limitarsi al formale rispetto di un obbligo posto da leggi o altre regole similari.
Il messaggio in filigrana di queste riflessioni è: sono i burocrati (in senso dispregiativo) che si ostinano a rifiutare la cultura del risultato, ed ingessano la PA con un atteggiamento antiquato e finalizzato a fuggire dalle responsabilità, attenti solo alla formalità.
Da qui, dunque, prendono l’avvio accanite analisi e discussioni su come riformare la PA per farla lavorare “come un’azienda”, modernizzarla ed infondere la “cultura del risultato”.
Ma, è proprio vero che è la “burocrazia” intesa come insieme di dirigenti e funzionari pubblici che detengono il reale potere (“buro” viene da bureau, cioè, ufficio; “crazia”, dal greco kράτος, kratos, cioè “forza, potere”) a rifugiarsi, paurosa, nella cultura dell’adempimento?
Oppure, è il legislatore che, incapace di assegnare reali poteri gestionali ed organizzativi, impone i meri adempimenti a suon di responsabilità spesso solo formali ad esso connesse?
Vediamo una ricostruzione sicuramente solo parziale di alcune disposizioni normative, per scoprirlo, tenendo presente che l’azione amministrativa oltre ad essere soggetta alle normali responsabilità disciplinari, civili e penali, incontra speciali responsabilità solo proprie della PA: quella erariale e contabile, quella da danno da immagine, quella dirigenziale.
Ecco qui una tabella riassuntiva:

n.
Norma
Adempimento
Responsabilità
1
Art. 7, c. 6, d.lgs 165/2001
Incarichi di collaborazione esterna solo per elevate specializzazioni, avendo cura di controllare l’inesistenza di professionalità interne e altri presupposti
Amministrativa – erariale
2
Art. 33, c. 2, d.lgs 165/2001
Avvio procedure di esubero del personale
Innominata: amministrativa erariale
3
Art. 36, c. 5, e 5-quater d.lgs 165/2001
Assunzioni con contratti flessibili, solo per fabbisogni temporanei
Innominata: amministrativa – erariale
4
Art. 54, d.lgs 165/2001
Applicazione codice di comportamento (dpr 62/2013)
Disciplinare, civile, amministrativa, penale
5
Art. 55-bis, c. 7 d.lgs 165/2001
Obbligo di attivare l’azione disciplinare
Disciplinare (ma anche erariale)
6
Art. 55-quater, c. 3-quinquies
Omessa attivazione del procedimento disciplinare e della sospensione cautelare
Disciplinare e anche da danno di immagine
7
Art. 57. c. 05 e 1-bis, d.lgs 165/2001
Mancata costituzione Comitato Unico di Garanzia; mancato invio alla consigliera di parità delle nomine dei componenti delle commissioni di concorso
Dirigenziale
8
Art. 14, c. 1-quater, d..gs 33/2013
Rispetto degli obiettivi di trasparenza indicati negli atti di incarico dirigenziale
Dirigenziale
9
Art. 15, c. 3, d.lgs 33/2013
Obbligo di pubblicare gli incarichi dirigenziali esterni ed a collaboratori esterni
Dirigenziale, disciplinare, civile ed erariale
10
Art. 26, c. 3, d.lgs 33/2013
Obbligo di pubblicare tutti i contributi o vantaggi economici, di importo superiore ai 1.000 euro
Risarcimento del danno in sede di giudizio amministrativo ed erariale
11
Art. 46, d.lgs 33/2013
Obbligo di effettuare tutte le pubblicazioni imposte dalla legge (228 tipologie) e rifiuto, differimento o limitazione dell’accesso civico in assenza dei presupposti di cui all’articolo 5-bis del d.lgs 33/2013
Dirigenziale e da danno di immagine
12
Art. 47, d.lgs 33/2013
Comunicazione delle informazioni imposte dall’articolo 14
Responsabilità amministrativa depenalizzata
13
Art. 6-ter, c. 3 d.lgs 82/2005
Obbligo di aggiornare gli indirizzi delle PA
Dirigenziale
14
Art. 12, c. 1, d.lgs 82/2005
Rispetto di tutti gli obblighi imposti dal Codice dell’amministrazione digitale
Dirigenziale
15
Art. 47, d.lgs 82/2005
Obblighi di trasmissione tra PA solo via Pec
Erariale, dirigenziale e disciplinare
16
Art. 65, d.lgs 82/2005
Avvio del procedimento a seguito di istanza trasmetta per via telematica
Dirigenziale e disciplinar
17
Art. 2, c. 9, l. 241/1990
Rispetto dei termini dei procedimenti
Disciplinare, erariale
18
Art. 18-bis, c. 1, l. 241/1990
Mancato rilascio della ricevuta relativa alla presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni
Innominata (disciplinare)
19
Art. 6, c. 7, 12 e 13, d.l. 78/2010, conv. In l. 122/2016
Riduzione delle spese per incarichi esterni, missioni e formazione ai dipendenti
Innominata (erariale)
20
Art. 72, c. 3, Dpr 445/2000
Obbligo di verificare le dichiarazioni sostitutive a richiesta di altre PA entro 30 giorni
Violazione dei doveri d’ufficio (responsabilità penale?)
21
Dpr 62/2013
Rispetto di tutti gli obblighi ivi previsti
Disciplinare, civile, amministrativa, erariale, penale
22
Art. 1, c. 12, l. 190/2012
Responsabilità del responsabile della prevenzione della corruzione per la commissione di reati contro la P.A nell’ente
Disciplinare, erariale e danno di immagine
23
Art. 1, c. 14, l. 190/2012
Responsabilità del responsabile della prevenzione della corruzione per reiterate violazioni al piano triennale di prevenzione della corruzione
Dirigenziale
24
Decreto Ministero dell’Interno 25.9.2015
Verifiche sull’antiriciclaggio
Dirigenziale

25
Delibera Anac 11 gennaio 2017
Obbligo del Rup di attivare le gare entro 90 giorni dall’acquisizione del Cig
Amministrativa depenalizzata
La tabella si riferisce alle responsabilità trasversali, ricavabili da norme di legge o di regolamento statali. Non si è tenuto conto degli adempimenti di norme “verticali” per specifici settori, e connesse ulteriori responsabilità, né della lievitazione degli adempimenti, derivante dalla soft regulation dell’Anac. Ad esempio, le Linee Guida sull’accesso civico “consigliano” la creazione del registro delle domande di accesso. Non si capisce ancora se possano derivare sanzioni nel caso di mancata costituzione di tale atto.
Chi voglia partecipare alla costruzione di un quadro più compiuto, potrà aggiungere con i commenti adempimenti e responsabilità connesse, che verranno poi inseriti nella tabella.

Nel frattempo, la domanda da porsi è: con questo diluvio di norme che impongono veri e propri meri adempimenti, spesso solo formali, è davvero possibile immaginare che la PA possa superare la “cultura dell’adempimento” a favore di quella del risultato? Si può davvero passare dall’adempiere al funzionare?

1 commento:

  1. In base agli adempimenti da fare, circa il 10% del personale dovrebbe occuparsi a tempo pieno di adempimenti burocratici inventati dai politici (di cui le prime vittime sono i dipendenti pubblici). Ogni semplificazione diventa una complicazione, perchè spesso suggerita da professori universitari che hanno solo insegnato o svolto fumose e ben pagate consulenze e mai fatto amministrazione attiva o da megadirigenti scelti politicamente che vengono profumatamente remunerati per il solo fatto di respirare. Nel frattempo il cittadino può attendere.

    RispondiElimina