sabato 30 giugno 2018

Dipendenti assenteisti: l'altra riforma "mediatica" del polo unico Inps

Per mesi la notizia campeggiò su tutti i media: con la riforma Madia la competenza per le visite fiscali passava dalle Usl all'Inps, che ha costituito il Polo unico.

L'aspettativa, creata sia dal Governo sia dai media, era una drastica riduzione all'assenteismo presumibilmente dei "furbetti della malattia", anche se questa definizione non è stata ancora battezzata su giornali, tv e internet.
A qualche mese dall'avvio del Polo unico, quali risultati sono stati ottenuti? Irrilevanti, potremmo dire.
A confermarlo, prima che i numeri, è un dato evidentissimo: alla pompa magna riservata alla creazione del Polo unico, non ha fin qui corrisposto altrettanta prosopopea sugli esiti della riforma. Il che significa che l'unico vero esito apprezzabile della riforma, sul piano tecnico, consiste appunto nello spostamento della competenza dalle Usl all'Inps.
Certo, v'è stato un altro "importante" risultato: quello "mediatico". Settimane e settimane di esposizione sui media della questione, con plausi e seriose considerazioni sull'indiscutibile utilità di una riforma che prometteva sfracelli.
In realtà, sfracelli non se ne sono proprio visti. L'Inps conduce con molta professionalità l'attività di propria competenza, ma le statistiche sugli esiti, prodotte dall'Istituto, non forniscono notizia alcuna nè sulla riduzione delle malattie, nè sull'attivazione di un numero percepibile di azioni disciplinari o giudiziarie in aumento contro i malati immaginari o gli assenteisti.
Il fatto è che si è trattato di una riforma sostanzialmente "mediatica": cioè di notevole impatto sulla stampa e sull'opinione pubblica, ma sostanzialmente inutile, come molte, troppe, se ne sono viste, prima tra tutte quella delle province. Almeno, la costituzione del Polo unico non ha creato gli sconquassi, i danni ai bilanci, le norme incostituzionali figlie della riforma delle province e di molte altre delle "riforme strutturali" della passata legislatura.
Semmai, la riforma mediatica delle malattie rivela quel che avrebbe dovuto già essere evidente: non è tanto importante quale sia l'organo che effettua le visite fiscali, quanto, piuttosto, il potere di cui dispone. Se il medico fiscale più che fare il "messo" per vedere se il malato è presente a casa nelle ore obbligate e poco altro non può fare, perchè gli è preclusa la modifica sostanziale della diagnosi e se le amministrazioni nulla possono fare contro dipendenti e, soprattutto, contro i loro medici, che sistematicamente, per esempio, accusino malattie in certi giorni specifici, in particolare quando ordini di servizio implicano attività magari non troppo gradite, non vi sarà Polo unico che tenga.

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