Poniamo sia corretto l'assunto suggerito da qualcuno, secondo il quale la "task force" o struttura di missione immaginata dal Presidente del Consiglio per la gestione del Next Generation EU, noto anche come Recovery Fund, non abbia lo scopo di creare un'amministrazione "parallela", ma funga da autorità di controllo sulla corretta gestione dei progetti, delle risorse e dei tempi, come chiede l'Europa.
E' noto a chiunque gestisce fondi e progetti europei che la UE richiede, appunto, la costituzione di autorità di controllo molto rigorose ed attente, memore delle troppe truffe e frodi.
Che per una spesa di 209 miliardi occorre una struttura di controllo attentissima e fermissima, non pare sia da discutere.
Ma, di che controlli si tratta? In Italia, negli anni '90 dello scorso secolo, la fregola del "federalismo" e delle riforme per dare alla PA uno "stile aziendale" con essa totalmente incompatibile, si è pensato bene di radere al suolo i controlli "esterni" e "preventivi" o anche solo "concomitanti", sostituendoli per lo più con controlli "interni" e "successivi".
Un controllo è "esterno" se svolto da un organo diverso ed autonomo da quello che eroga la spesa connessa all'intervento gestito; è "interno" se, invece, svolto da un organo (magari qualificato come indipendente, ma nominato dal controllato...) se opera come struttura che fa parte dell'ente che gestisce. Un controllo è "preventivo" se attuato prima che la gestione e la connessa spesa siano attivati; è "concomitante" se interviene mentre si effettua la gestione; è "successivo" se intervenga a cose fatte.
Non ci vuole un genio per comprendere che controlli interni e successivi non servono a molto.
Purtroppo, le pessime riforme di questi 30 anni hanno eliminato i controlli veri, quelli preventivi ed esterni, per sostituirli con delle controfigure, i controlli interni e successivi.
L'esigenza di una struttura specifica per il Next Generation Fund sarebbe solo la conferma che l'attuale conformazione dei controlli è inefficace: l'azione dell'Anac, del resto, ad esempio, non è mai servita, fin qui, a scoprire e tanto meno prevenire fenomeni di corruzione; l'azione della Corte dei conti è troppo tardiva e formale, lontanissima dal controllo sui risultati, di cui, pure, si favoleggia.
Siamo davanti alla prova provata dell'assoluta inefficacia del sistema attuale e degli errori madornali e tremendi compiuti dal Legislatore da decenni.
Il previgente e abrogato sistema dei controlli preventivi di legittimità, ovviamente "esterni" rispetto la PA decidente, era teoricamente un buon sistema, pessimo invece era il livello professioinale dei soggetti incaricati di tale "funzione". La legge 142 del 1990 pertanto aveva stabilito dei criteri molto rigidi ed elevati per la scelta dei soggetti da destinare a tale funzione di controllo. Poi non sembrò vero alla politica rampante dei federalisti all'amatriciana di "gettare l'acqua sporca insieme al bambino" cioè abolire del tutto i controlli preventivi esternio di legittimità. E l'illegalità e la corruzione si impadronirono della PA, dei Comuni in particolare
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