Se c’è un danno grave e irrimediabile all’immagine della pubblica amministrazione è senza il minimo dubbio certamente quello procurato dai cosiddetti “furbetti del cartellino” o “assenteisti”.
Questi veri e propri truffatori dello Stato e delle finanze pubbliche, oltre che dei cittadini, sono una fonte certa e profonda di sdegno e costituiscono la fonte principale del discredito della pubblica amministrazione.
Il sentimento comune non può - giustamente - accettare nè giustificare in alcun modo che un servitore dello Stato e dei cittadini si mostri infedele e non degno di svolgere pubbliche funzioni e ottenere una retribuzione a carico dell’erario.
Che, dunque, secondo la Corte dei conti la falsa attestazione della presenza in servizio non automaticamente e non sempre possa costituire danno all’immagine, sebbene possa fondarsi su acute analisi giuridiche, appare oggettivamente poco comprensibile. E, certo, poco accettabile da parte dell’opinione pubblica.
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