La notizia è che Sinner, dopo alcuni tentativi vani, ha finalmente battuto Djokovic. Ma, l'attenzione vera deve essere incentrata soprattutto sul modo con cui ieri alle finals di Torino ha vinto per 7 5 - 6 7 - 7 6.
Si tratta di una vittoria fondamentale, perchè è avvenuta sostanzialmente sul "terreno" di Djokovic: scambi rapidissimi da fondo, "muro" difensivo, risposte al servizio molto efficaci, profondità, concentrazione e "testa" e, anche, un'ottima seconda palla di servizio.
Inoltre, fattore veramente fondamentale, la vittoria è arrivata anche grazie all'aspetto della preparazione e resistenza fisica: la partita è stata tiratissima ed estremamente equilibrata, come dimostra il punteggio. Ma Sinner è arrivato al tie break decisivo, dopo 3 ore di partita, in condizioni perfette, senza alcun segno di stanchezza (in particolare mentale), nonostante avesse restituito il break che lo aveva portato sul 4 2 e si fosse un po' abbassata la percentuale di prime.
Battere Djokovic dopo 3 ore di lotta, al terzo set e al tie break è una dimostrazione di forza e maturazione formidabili, perchè il serbo può contare pochissime sconfitte dopo 3 ore di lotta, al terzo set e soprattutto al tie break (Federer ne sa qualcosa).
Sinner ha dimostrato che nel corso degli 11 mesi trascorsi del 2023 ha, dunque, migliorato decisamente due aspetti fondamentali del proprio tennis: il servizio (come combinazione di prima palla che viaggia molto, ma soprattutto di seconda molto pesante e spesso oltre i 180 km l'ora); e, in secondo luogo, la resistenza e potenza fisica: ora, è in grado di affrontare senza patemi partite lunghe e durissime.
Con tutto il rispetto per il fenomeno Alcaraz, che Sinner ha battuto la scorsa primavera quando lo spagnolo era al n. 1, la vittoria contro il Djokovic numero 1 ha un peso diverso. Perchè i due, Sinner e Djokovic, hanno aspetti del loro gioco molto simili. E una regola non scritta del tennis prescrive che se si incontrano due giocatori dal gioco simile o speculare, vince sempre il più forte.
Sinner non è diventato improvvisamente più forte di Djokovic, ma ha infranto quella regola. Insomma, adesso può dire di disporre delle armi per giocarsela col serbo, col quale giocherà probabilmente ancora e sicuramente perderà altre partite (anche Djokovic avrà imparato molto da ieri), ma altre ne vincerà.
Sinner, infine, ha dimostrato di avere alcune armi che col serbo funzionano: tira fortissimo, molto profondo ed ha una diagonale di rovescio competitiva. Chi ci ricorda? Djokovic nel recente passato ha perso 4 finali slam: 2 con Murray (US Open e Wimbledon) e 2 con Wawrinka (Parigi e Us Open): esattamente due giocatori che tira(va)no fortissimo (specie lo svizzero) e con un rovescio degno di quello del n. 1. Inoltre, i due erano dotati di un fisico e di una resistenza formidabili.
La via intrapresa da Sinner, quindi, appare quella giusta. Ha ormai raggiunto il livello di un degnissimo top 4 e forse oltre. I traguardi che fino a qualche mese fa parevano possibili, ma lontani, ora diventano più probabili e non così di là da venire.
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