domenica 6 novembre 2016

E' proprio vero che da 40 anni si cerca di fare riforme che solo Renzi ha fatto?

Massimo Cacciari riprende un mantra molto in voga: per 40 anni si è cercato di effettuare riforme senza riuscirvi e solo grazie a Renzi qualcosa si muove. Dunque, per questo occorre votare sì, così da superare l'immobilismo.

Ma, le cose stanno davvero così? Sa, Cacciari, che la Costituzione ha ricevuto già la bellezza di 37 modifiche? E sul resto? Retrocedendo al 1976, per fare 40 anni, le riforme delle istituzioni sono come minimo le seguenti: attivazione delle regioni (che avvenne appunto nel 1976), istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, riforma tributaria.
Le accelerazioni riformatrici (tutte devastanti) si sono avute principalmente su iniziativa di Pd e suoi capostipiti negli ultimi 20 anni: ecco un’elencazione solo sommaria ed incompleta:

-          Elezione diretta del sindaco e presidente della provincia;

-          Ordinamento finanziario e contabile degli enti locali;

-          Ordinamento degli enti locali;

-          Legge elettorale regionale;

-          Decentramento amministrativo (pacchetto di riforme-Bassanini);

-          Riforma della scuola 1 (Berlinguer);

-          Riforma della scuola 2 (Brichetto-Moratti);

-          Riforma della scuola 3 (Gelmini);

-          Riforma del mercato del lavoro 1 (Treu);

-          Riforma del lavoro a tempo determinato, 1, 2 e3;

-          Riforma del mercato del lavoro 2 (cosiddetto pacchetto Biagi);
-          Jobs Act

-          Riforma del Titolo V della Costituzione;

-          Riforma delle Fondazioni bancarie;

-          Riforma del condominio 1 e 2;

-          Riforme fiscali:

  • Introduzione dell’Irap;

  • Abolizione dell’Invim;

  • Introduzione dell’Ici;

  • Abolizione Ici sulla prima casa;

  • Modifca almeno tre volte delle aliquote Irpef;

  • Dall’Irpeg all’Ires;

  • Riforma a getto continuo delle imposte e tasse locali per i servizi: Imu, Tares, Tasi;

  • Condoni di ogni tipo;

-          depenalizzazione del falso in bilancio;

-          riforma dei servizi pubblici locali 2001, 2003, 2006, 2007, 2009, 2010; 2012 e 2013;

-          riforma della pubblica amministrazione: 1993, 1998, 2001, 2005, 2008, 2009, 2010, 2015;

-          riforma del procedimento amministrativo: 2005, 2009, 2013, 2015;

-          riforma del commercio: 1997, 2011;

-          riforma del diritto societario;

-          riforma della legge fallimentare;

-          riforme del diritto processuale civile;

-          riforme a getto continuo e senza interruzione del diritto processuale penale;

-          giudici di pace;

-          conciliazione, eliminata e poi ripristinata;

-          espropriazione per pubblica utilità;

-          disciplina dell’edilizia;

-          documentazione amministrativa (autocertificazioni), 2000 e 2012;

-          Durc 2003, 2015;

-          Appalti: 1994, 1997, 2000, 2003, 2006, 2008, 2010 (per restare solo alle principali), 2016;

-          Introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione;

-          Riforma delle telecomunicazioni (legge Gasparri);

-          Privatizzazioni varie;

-          soppressione della leva obbligatoria;

-          riforma dell’Università;

-          riforma del diritto alla privacy;

-          riforma e controriforma delle prestazioni dei medici intramoenia;

-          introduzione delle Agenzie autonome, scorporate dai Ministeri;

-          riforma delle pensioni Dini, Maroni, Damiano e Fornero.

-          Riforma elettorale Mattarellum e Porcellum

-          riforme del codice della strada

-          riforma del processo amministrativo

-          riforma della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Qualcuno può seriamente affermare davvero che non si siano fatte "riforme"? E' altresì seriamente dimostrabile che esse sono sin qui servite almeno ad aumentare l'occupazione, ridurre il debito pubblico, aumentare la crescita ed uscire dalla crisi? E' davvero pensabile che la riforma di una norma di carattere estremamente generale, come la Costituzione, possa modificare lo stato delle cose? Lo sapremo solo quando si saprà se avrà prevalso il sì. La sensazione è che, tuttavia, tutte le domande esposte prima siano solo retoriche.

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