lunedì 22 ottobre 2012

#province: il governo prosegue la folle corsa incostituzionale verso il riordino

Patroni Griffo, quando si tratta di fare danni all'organizzazione istituzionale, fa sul serio e non si ferma davanti a nulla. Lo ha dimostrato con i mille adempimenti da stato burocratico borbonico che fa inserire in ogni norma. Ma il meglio di sè lo sta dando col "riordino" delle province.
Come da lui promesso, il Consiglio dei ministri approverà l'ennesimo decreto legge per commissariare da giugno 2013 tutte le province, riordinate o meno che siano.
Della Costituzione, dei limiti che impone alla decretazione di urgenza, dell'assurdità di far chiudere mandati elettivi anzitempo, al governo "tecnico" non importa assolutamente nulla.
Men che meno dei danni devastanti che questo riordino cagionerà. È un governo che vuole trasferire ai comuni le funzioni attribuite alle province da leggi emanate dallo Stato nell'esercizio della propria potestà legislativa esclusiva, ma che non sa quali siano queste competenze e, anzi, a dire dello stesso ministro della Funzione Pubblica "potrebbero non esserci". In effetti "potrebbe essere peggio: potrebbe piovere".

2 commenti:

  1. lettera scritta al Presidente Napolitano
    Testo spedito al Presidente Napolitano –

    Egregio Presidente, il Governo Monti continua imperterrito sulla strada della cancellazione di tante province. Anche Lei certamente non si sarà lasciato indurre in errore dal passaggio del termine "soppressione" a quello di "riordino". E' come dire a qualcuno "ti auguro una rapida dipartita" al posto di un più crudele "augurio di rapida morte". Una morte che province come quella di Rovigo rifiutano, particolarmente se somministrata in queste condizioni. Questa non assomiglia neanche ad una pena di morte (pur sempre inaccettabile) dopo un regolare processo. E' come una esecuzione sommaria, messa in opera da "chi ha la forza ma non la ragione" e forse conta sull'omertà e la inerzia di chi potrebbe fermarli. Altro fatto rispetto a quello che potrebbe decidere il Parlamento con regolare percorso di variazione del Titolo V della Costituzione. Ma così non è. Oggi si minaccia di chiudere province italiane (anche quelle che vivono come tali da 150 anni - domanda:perchè non è un requisito la storia delle province?) non rispettando la discussione avvenuta nell'Assemblea Costituente nel 1947, le procedure previste poi dalla Costituzione, non rispettando quanto scritto nella Carta Europea dell'autonomia locale (che anche Lei forse avrà votato nel 1989 - Legge vincolante di ratifica n. 439), eludendo Leggi Regionali mai dichiarate incostituzionali, eludendo il Testo Unico degli Enti Locali (267/2000) e offendendo il ruolo delle autonomie locali come comuni, province e regioni.
    Per questo il Presidente della Repubblica è un baluardo che può difendere le province, adesso per difendere anche la legalità e la democrazia. Come speriamo lo siano la Corte Costituzionale e i giudici del TAR del Lazio (questi ultimi che per adesso non hanno dato segnali chiaramente incoraggianti). Non vorrei fossimo costretti a rivolgerci in Europa per salvare le autonomie locali italiane come le Province e fare di conseguenza una pessima figura.
    Sono certo che a Lei tutto questo non sfuggirà e se non ci sarà la Sua naturale risposta a difesa della legalità e della democrazia, vuol dire che messaggi come questi non sono arrivati sul Suo tavolo.
    Grazie anticipate Presidente Napolitano, grazie per interpretare al meglio quello che tutti, in particolare ministri, parlamentari, consiglieri regionali, comunali e provinciali, ecc. ecc. dovrebbero fare e cioè
    applicare l'art. 54 della Costituzione che recita:

    Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.

    I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore....






    Rovigo, 28.10.2012 Brusco Guglielmo - Vice Presidente della Provincia di Rovigo cell. 3298325256

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  2. Purtroppo, è una nobile in vocazione che andrà a cozzare contro il muro del populismo.

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