sabato 30 marzo 2013

Ma quale #prorogatio? Ma come si possono legittimare simili erronee tesi?

Il Presidente della Repubblica non ha parlato affatto di “prorogatio” del Governo. Le tesi del professor Becchi sono e restano del tutto non condivisibili.

La prorogatio è un istituto che si applica per legge, e che consente ad un organo scaduto, ma non rinnovato, di esercitare fino al rinnovo i suoi pieni poteri anche sine die.

La situazione attuale è totalmente diversa. Il Governo è in carica, ma non è per nulla in prorogatio, proprio perché, come ha confermato il Presidente della Repubblica, resta competente solo per affari correnti, per quanto pronto comunque ad interventi urgenti e necessari.

Dunque, si tratta di un organo privo dei pieni poteri. Cioè, esattamente quello che accade a qualsiasi governo caduto per qualsivoglia causa, che ha sempre continuato a svolgere le proprie funzioni con il limite degli affari correnti.

Del resto, il Presidente della Repubblica ha dato ad intendere che intende comunque identificare un nuovo governo in tempi brevi.

La sottolineatura di Napoletano secondo la quale il governo ancora in carica non è mai stato sfiduciato è evidentemente totalmente atecnica, rivolta solo ai mercati e alla Ue. Infatti, svolte le elezioni, il governo scaduto è e resta comunque privo della fiducia del nuovo Parlamento.

Non sembra possibile accettare che da un intervento del Presidente della Repubblica, volto solo, opportunamente, a segnalare ai mercati che il governo, se dovesse occorrere intervenire, è comunque insediato, con la legittimazione all’inesistente prorogatio.

Altrettanto destituita di fondamento è la tesi che grazie alla prorogatio il Parlamento può legiferare. E’ ovvio che il Parlamento può legiferare, qualsiasi sia il governo in carica. Altrettanto evidente è che il Parlamento non potrà intervenire se non limitatamente a poche leggi sulle quali si raccolga, se si riesce, di volta in volta una maggioranza, visto che non esiste la delineazione di una maggioranza chiara e, dunque, non è assicurata la continuità delle scelte e, dunque, la programmazione operativa.

La situazione, nella sostanza, resta solo una fase transitoria di emergenza, alle soglie dell’anarchia, senza sviluppi e futuro.

1 commento:

  1. Alle soglie dell'anarchia: facciamoci i complimenti, siamo un popolo formidabile.

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