mercoledì 27 marzo 2013

#ioNONstoconBattiato

#ioNONstoconBattiato perché, intanto, non capisco la ragione della sua nomina ad assessore. Un cantante, magari bravo (per chi lo apprezza) non per questo ha titoli e ragioni per essere incaricato a presidiare un’amministrazione. Nel passato si sono avuti tanti esempi, Gerry Scotti, Gabriella Carlucci ed altri, cooptati in Parlamento o posti di governo non si sa bene per quali meriti. O, meglio, perché di merito si sproloquia solo, ma poi si cede sempre al familismo o alla politica-spettacolo. E Crocetta non è riuscito ad essere diverso da B. e dal passato, pur presentandosi come “nuovo”.
Battiato, poi, una volta assurto al ruolo di rappresentante delle istituzioni non può parlare come se fosse ancora un cantante-intellettualoide-privatocittadino. Un conto è agire e parlare da “indignado” fuori dalle istituzioni, per quanto il linguaggio postribolare possa considerarsi lecito in uno spettacolo di cabaret, ma non come sistematico modo di rivolgersi a chiunque. Ben diverso è parlare da componente delle istituzioni. Specie, se si vuole essere diversi da chi chiede “quante volte viene”, finendo, invece, per agire esattamente come lui.
Io non sto con Battiato perché si è sentito autorizzato ad abusare del turpiloquio come il leader di M5S, che, però, è rimasto fuori dalle istituzioni. Non sto con Battiato perché ha agito come se chi è “nuovo” nelle istituzioni, non ne facesse parte, rimanesse “puro” e all’opposizione di se stesso, legittimando così l’autolesionista comportamento dei grillini, che pensano di “riconsegnare l’Italia ai cittadini” e stanno solo preparando il definitivo declino del Paese, riconsegnandolo a B. per altri 20 anni, oppure preparando il terreno per una triste dittatura.

1 commento:

  1. Caro Oliveri.
    Condivido "in toto" il giudizio! Un po' meno quello sul musicista che mi pare ingeneroso. Apprezzo Soprattutto apprezzo il fatto che finalmente qualcuno mette l'accento sul fatto che all'imbarbarimento del linguaggio corrisponde il degrado delle istituzioni.
    L'allontanamento della società civile (ma cos'é poi la cosidetta società civile se non la finzione retorica di un supposto insieme di "ben pensanti" ovvero di chi la pensa"come me" ) dalle istituzioni è nei fatti la progressiva rinuncia alla dialettica democratica, che presuppone la necessità rituale di riconosce onore" all'avversario.
    Il disprezzo di questo rituale viene presentato (e forse è) come un atto "rivoluzionario" .
    Il fatto è che se l'imprecazione , l'offesa, e il linguaggio scurrile per il singolo individuo sono lo sfogo liberatorio, spesso momentaneo, della propria rabbia, quando scientemente sostituiscono alla dialettica democratica divengono solo strumento di propaganda che trova piena accoglienza da parte di coloro che si sentono oppressi ed offesi dal " sistema".
    Con Battiato siamo di fronte ad un esempio emblematico (inconsapevole o colpevole ?) di adesione ad una moda che, senza tanti giri di parole, va condannata per i danni che può produrre alle sistituzioni democratiche se a queste istituzioni ancora crediamo.
    L' uso del linguaggio scurrile e dell'offesa intenzionale in ambito politico occulta le reali intenzioni di chi adopera tale strumento esattamente come chi percorre la strada opposta quella del linguaggio oscuro al punto da diventare un codice decifrabile solo dagli addepti.
    Mala tempora!
    Antonio de Marchi

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