lunedì 1 aprile 2013

Il ridicolo bluff di #Crocetta sulle #province

Per quelle anime candide (tipo il, di solito, ben vigile e documentato Marco Travaglio) che credono ancora che Crocetta abbia davvero abolito le province, sarebbe istruttivo leggere con attenzione l'intervista rilasciata a Libero on line del 13 marzo 2013.

Un passo estremamente importante: "Tra l'altro la nostra proposta sulle province - dice Crocetta - non elimina gli enti intermedi come prevede invece Monti. La nostra istituisce enti intermedi che non costano nulla e che riducono la spesa perche' sono organi di programmazione territoriale decisa dalle amministrazioni che potrebbero permettere alle citta' un uso di vigili urbani, dei servizi sociali su base territoriale, dei rifiuti e dell'acqua. Senza creare altri organismi".

Crocetta non è nemmeno molto bravo a nascondere il bluff. La Sicilia non abolisce proprio nulla. L'ente intermedio tra comuni e regioni rimane. Cambia nome e sistema di rappresentanza (da diretta a indiretta) ed aumenterà di numero: dalle 9 province, a oiltre potenziali 30 consorzi, più 3 città metropolitane.

L'abolizione delle province potrebbe (il condizionale è molto enfatizzato) essere utile per riorganizzare l'amministrazione in Italia.

Ma, ci si chiede che senso abbia, allora, una manovra di riforma che non cancelli l'ente intermedio, ma semplicemente lo sostituisca, moltiplicandolo, con un altro.

La risposta è semplice. Nessun senso. Salvo quello di vedersi santificati ogni giorno da una stampa poco attenta, che non si è nemmeno accorta che la legge approvata dalla Sicilia non ha abolito proprio nulla, ma rinvia ad un'altra legge, che entro il 31.12. 2013 abolirà (o rimanderà ad altra legge che, sulla base di un'ulteriore legge, previa specifica legge, per legge, stabilirà che, con legge, si abolirà); nonchè fare comparsate sui programmi, utilissime non certo per la Sicilia, men che meno per l'organizzazione della pubblica amministrazione, ma moltissimo per coltivare l'ego.

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