mercoledì 24 luglio 2013

La negata precisazione alle #province da parte del Corriere: gabibbismo triste

Avevamo definito più volte Stella&Rizzo un’accoppiata di gabibbi. I fatti purtroppo danno ragione di ciò

Domenica sul Corriere del 21 luglio i due giornalisti avevano pubblicato un articolo (La spesa delle Province tutta in affitti e stipendi; http://www.corriere.it/economia/13_luglio_21/spesa-province_ca4c5b52-f1ce-11e2-9522-c5658930a7bc.shtml) intriso di considerazioni ed interpretazioni dei dati, allungati loro da una sapiente manina dello staff del Ministro Delrio, totalmente fallaci e fuorvianti.

La tesi era che le province spendessero pochissimo in investimenti e sperperassero oltre 8 miliardi in spese di personale ed affitti.

Tesi elaborata ad arte, e basata sul nulla, per suonare. la grancassa nella pertinace campagna contro le province, nella quale Il Corriere, Stella&Rizzo e il Ministro Delrio si sono trovati alleati.

Giornalisti dalle ben precise idee politiche, ma orgogliosi e capaci di fare il mestiere tenendo fede alla necessità di fornire notizie corrette, avevano sagacemente evidenziato che le cose stavano messe molto diversamente da come descritte dal Corriere (Carlo Cattaneo, La verità sui costi delle province: http://www.huffingtonpost.it/carlo-cattaneo/la-verita-sui-costi-delle-province_b_3627686.html?just_reloaded=1).

L’inchiesta e la campagna di Stella&Rizzo hanno un evidente e gravissimo difetto: essendo, nella realtà, solo una propaganda per tenere fede alle tesi da loro propugnate nel pamphlet La Casta, non ascoltano e riferiscono mai la controparte, che, nel caso di specie, sarebbero le province ed i loro rappresentanti o, quanto meno, coloro che sapendo leggere i dati abbiano la capacità di proporre una visione diversa.

L’Unione delle Province Italiane (Upi) ha provato a far correggere il tiro al Corriere della Sera, inviando una nota di rettifica e precisazioni all’articolessa di Stella&Rizzo di domenica 21 luglio. Il Corriere si è rifiutato di pubblicarla.

E’ una cosa piuttosto grave e sgradevole. Il Corriere ed, evidentemente, Stella&Rizzo hanno proprio confermato di agire come il Gabibbo: non cercano la notizia sulla base di un’inchiesta che esamina fatti, tesi ed argomenti ascoltando, come doveroso, tutte le parti e leggendo documenti e dati anche con l’ausilio di terzi tecnici (eppure, spesso Stella&Rizzo sono interpellati in quest’ultimo ruolo da chi le inchieste le sa fare davvero, come Report). Essi precostituiscono la tesi, recitano monologhi, riportano dati sapientemente omettendone parte, ancor più sapientemente leggendoli ad usum delphini, ed emettono la sentenza.

Il tutto, in questo caso, per saldare un’alleanza col Ministro Delrio che sta ottenendo, dalla coppia di giornalisti, un lancio mediatico per lui, anonimo gregario del Pd fino a poco tempo fa, insperato.

La mancata pubblicazione della precisazione dell’Upi alle fallaci indicazioni di Stella&Rizzo fa capire quale sia la qualità vera della propaganda contro le province. E conferma che si tratta da un lato di un’arma per distrarre le masse dai veri problemi e far credere loro che agendo sulle province si risolvano i problemi di un Paese; e, dall’altro, che evidentemente dietro l’abolizione delle province vi sono anche altri giochi, in particolare la volontà soprattutto dei sindaci dei grandi comuni che ambiscono a diventare città metropolitane ad assumere un potere immenso nei territori. L’efficienza ed i risparmi, è bene prenderne atto, in questi giochi non contano nulla e non interessano a nessuno. Il disegno di riforma elaborato da Delrio creerà un caos incredibile. Ma i primi a giovarsene saranno Stella&Rizzo, che ne avranno più che a sufficienza per editoriali e pamphlet con cui descrivere il disastro amministrativo al quale ci porterebbe la riforma immaginata da Delrio, se davvero dovesse andare in porto.

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