lunedì 16 dicembre 2013

#uil rapporto su #costi della #politica . Rilevante sovrastima ed errori di calcolo

La Uil stima in 23 miliardi il costo complessivo della politica in Italia. E', tuttavia, uno studio piuttosto sommario. Alcune veloci osservazioni. Lo studio calcola tra i costi della politica quelli della Corte costituzionale, del Csm, del Consiglio di stato e del Consiglio di giustizia amministrativa. Si tratta di organi giurisdizionali. Finchè non si dimostri che i magistrati sono politici e svolgono funzioni politiche, è evidente che questo conto nella stima della Uil c'entra come i cavoli a merenda. Può andare bene come rilevazione dei costi di organi costituzionali. Non si capisce, tuttavia, se la Uil ritiene che il sistema giudiziario vada smantellato e chi dovrebbe svolgere il potere giurisdizionale.
Altra stima sicuramente erronea è quella che riguarda il costo degli organi di governo delle province, valutato in circa 400 milioni. Bastava che la Uil leggesse con un minimo di attenzione la relazione che la Sezione Autonomie della Corte dei conti ha letto alla Commissione Affari costituzionali alla Camera, in merito allo sciagurato ddl Delrio, per capire che questi costi ammontano a 89 milioni. E la Uil non sa che se si andasse regolarmente a elezioni nelle province, nel 2014, per effetto delle manovre finanziarie del 2011, che hanno ridotto di moltissimo il numero di assessori e consiglieri (anche nei comuni), il costo non supererebbe i 35 milioni.
Totalmente fuori misura, poi, è la stima sui risparmi per accorpamenti dei comuni, fondata sulla lettura delle spese di funzionamento degli organi di governo. La Uil pensa di poter accorpare le funzioni demografiche, proprio quelle che, invece, non possono che restare aggregate al singolo specifico territorio.
Lo studio, insomma, commette il medesimo errore dell'Istituto Bruno Leoni nel leggere i bilanci delle amministrazioni locali, che riportano la Funzione relativa agli organi di governo. Tale Funzione è un aggregato di voci di spesa, composto non solo dalle spese vive per emolumenti degli organi di governo, ma anche da spese del personale addetto, utenze, appalti, ammortamenti, quote dei debiti contratti, imposte e tasse, cioè gli Interventi (sotto aggregazione contabile), nei quali la Funzione (macro aggregazione contabile) si disaggrega.
Insomma, evidenti errori di impostazione (il potere giudiziario accomunuato a quello legislativo e politico, nonchè letture sbagliate dei bilanci locali) rendono lo studio sicuramente non del tutto attendibile. I 23 miliardi appaiono sicuramente sovrastimati di almeno il 10%.
Ma, nessuna stima è esente da errori. Sicuramente le indicazioni della Uil sono utili, per vedere come e dove si annidino spese certamente poco utili, prime tra tutte le consulenze (anche se trea esse la Uil considera anche incarichi tecnici di collaudo, che nulla hanno a che vedere con la fattispecie), le spese folli degli organi di governo delle società partecipate ed il numero spropositato (oltre 45.000) di addetti a funzioni di controllo (revisori dei conti, organismi interni di valutazione), controlli che, per altro, come dimostrano le cronache servono a poco, in quanto sono successivi, non riguardano nè la legittimità nè il merito, grazie alle devastanti riforme Bassanini e del Titolo V della Costituzione

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