Una saputella molto presuntuosa, agli ordini di un Capo ancor più saccente parla di “professoroni” che “bloccano le riforme da 30 anni” e tanti si buttano a capofitto nell’opera di rimozione di ricordo e ragione. E ad auto convincersi che da 30 anni qualcuno, naturalmente gli anti renziani che assurdamente sono contrari al sol dell’avvenire, avrebbero bloccato quelle “riforme necessarie, che avrebbero resto il Paese efficiente”.
E’ una mega bugia. Ma l’italiano, mediamente capace di rimuovere ogni ricordo e memoria e prontissimo ad atti di vassallaggio nei confronti di chiunque sia al potere, comunque vi sia acceduto, vi crede e vuole credervi.
I fatti, ovviamente, dimostrano l’esatto contrario. Di seguito un’elencazione solo sommaria ed incompleta delle “riforme”, che erano tutte “necessarie”, fatte evidentemente alla faccia dei “parrucconi” ma, soprattutto, all’insaputa dell’attuale Governo:
- Elezione diretta del sindaco e presidente della provincia;
- Ordinamento finanziario e contabile degli enti locali;
- Ordinamento degli enti locali;
- Legge elettorale regionale;
- Decentramento amministrativo (pacchetto di riforme-Bassanini);
- Riforma della scuola 1 (Berlinguer);
- Riforma della scuola 2 (Brichetto-Moratti);
- Riforma della scuola 3 (Gelmini);
- Riforma del mercato del lavoro 1 (Treu);
- Riforma del lavoro a tempo determinato, 1, 2 e3;
- Riforma del mercato del lavoro 2 (cosiddetto pacchetto Biagi);
- Riforma del Titolo V della Costituzione;
- Riforma delle Fondazioni bancarie;
- Riforma del condominio 1 e 2;
- Riforme fiscali:
o Introduzione dell’Irap;
o Abolizione dell’Invim;
o Introduzione dell’Ici;
o Abolizione Ici sulla prima casa;
o Modifca almeno tre volte delle aliquote Irpef;
o Dall’Irpeg all’Ires;
o Riforma a getto continuo delle imposte e tasse locali per i servizi;
o Condoni di ogni tipo;
- depenalizzazione del falso in bilancio;
- riforma dei servizi pubblici locali 2001, 2003, 2006, 2007, 2009, 2010; 2012 e 2013;
- riforma della pubblica amministrazione: 1993, 1998, 2001, 2005, 2008, 2009, 2010;
- riforma del procedimento amministrativo: 2005, 2009, 2013;
- riforma del commercio: 1997, 2011;
- riforma del diritto societario;
- riforma della legge fallimentare;
- riforme del diritto processuale civile;
- riforme a getto continuo e senza interruzione del diritto processuale penale;
- giudici di pace;
- conciliazione, eliminata e poi ripristinata;
- espropriazione per pubblica utilità;
- disciplina dell’edilizia;
- documentazione amministrativa (autocertificazioni), 2000 e 2012;
- Durc 2003;
- Appalti: 1994, 1997, 2000, 2003, 2006, 2008, 2010 (per restare solo alle principali);
- Introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione;
- Riforma delle telecomunicazioni (legge Gasparri);
- Privatizzazioni varie;
- soppressione della leva obbligatoria;
- riforma dell’Università;
- riforma del diritto alla privacy;
- riforma e controriforma delle prestazioni dei medici intramoenia;
- introduzione delle Agenzie autonome, scoporate dai Ministeri;
- riforma delle pensioni Dini, Maroni, Damiano e Fornero.
- Riforma elettorale Mattarellum e Porcellum
- riforme del codice della strada
- riforma del processo amministrativo
- riforma della sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’elenco è, in effetti, sterminato e chiunque, sol che non voglia mentire a se stesso e alla propria intelligenza, sa quali altre aggiungere.
Il problema non è certo stato l’assenza, in questi anni, di riforme, ma, semmai, l’eccesso di riforme per lo più pessime e mal fatte. Esattamente come quelle che i “meccanici” al Governo stanno sciaguratamente proponendo.
[…] – 5 aprile 2014 - #riforme Le #bugie di #Renzi e dei suoi sui #parrucconi che le avrebbero impedite di Luigi […]
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