I comunicati stampa, come troppo spesso accade, nascondo il dato reale. Che è uno solo: il censimento dei posti disponibili è un flop sotto ogni profilo.
A parte la circostanza che detto censimento andava effettuato ben prima del taglio obbligatorio delle dotazioni organiche provinciali del 50% e non dopo (per l'esattezza un anno e due mesi dopo!), troppo facile è constatare come le amministrazioni pubbliche si siano tenute ben nascoste i posti disponibili.
Non è possibile che solo 2500 posti siano disponibili, quando andando a controllare i flussi delle assunzioni complessivi nel settore pubblico degli anni precedenti accedendo al Conto annuale, si constata che annualmente vi sono circa 14.000 assunzioni per concorso nei comparti chiamati ad assorbire i sovrannumerari e quasi il doppio di assunzioni per mobilità. Solo restando al mondo dei comuni, nel 2014 vi sono state 2167 assunzioni per concorso e 3766 per mobilità.
Il dato rilevato, dunque, è certamente falsato ed insufficiente. I posti disponibili presso le amministrazioni sono sicuramente molti ma molti di più.
Invece di esaltarsi per questi numeri, la Funzione Pubblica dovrebbe porsi alcune domande e cercare di capire cosa non ha funzionato. Nel nostro piccolo, ci proviamo noi:
- non andava chiesto alle amministrazioni di indicare le disponibilità, ma imposto loro di rendere disponibili tutti i posti vacanti della dotazione organica ed i limiti di spesa sostenibili;
- occorreva istituire un sistema di controllo sull'adempimento;
- occorreva sanzionare tutte le amministrazioni reticenti, vietando loro di effettuare assunzioni, sia per concorso sia per mobilitèà, per un numero superiore ai posti segnalati sul portale per almeno il triennio successivo.
Perchè, Palazzo Vidoni non ha saputo tenere conto di una cosa che sanno tutti: quando si tratta di assumere per mobilità (non per concorso, dunque), gli appetiti della politica tornano fortissimi. Per restare negli enti locali, i sindaci vogliono scegliersi il dipendente da prendere con mobilità e tanti direttori generali, segretari comunali e dirigenti dipendenti dagli incarichi dei sindaci si prestano a sistemi molto opachi di selezione. La piattaforma per la ricollocazione dei dipendenti in sovrannumero ha impedito questo neoclientelismo, ed ecco la risposta: solo 2500 posti disponibili, che rischiano di lasciare ancora aperto il problema.
Palazzo Vidoni, infatti, dovrebbe sapere che il numero superiore dei posti rispetto ai sovrannumeri non basta; occorre capire le sedi territoriali di questi posti (se fossero concentrati in poche sedi sarebbe un disastro), le categorie e le mansioni, per verificare se il marching fra domanda e offerta risulterà possibile.
Sta di fatto, scusandoci per la "dietrologia", che se non fossero state costrette le regioni ad intervenire per effetto del d.l. 78/2015, regionalizzando circa 6.500 dipendenti e se non vi fosse il "trucco" di escludere dal computo dei sovrannumerari i 5.500 dipendenti dei servizi per il lavoro, il disastro sarebbe sotto gli occhi di tutti. Infatti, le varie amministrazioni avrebbero lo stesso tenuto nascosto i dati delle loro reali disponibilità di organico.
Grazie alle forzature viste sopra e allo spostamento sulle regioni di gran parte del carico della spesa provinciale, Palazzo Vidoni può fingere di esultare e la stampa attenta solo alle veline invece che ai fatti andarvi dietro.
perfettamente d'accordo: analisi secondo me corretta e credo molto veritiera
RispondiEliminaAggiungiamo anche il trucco dei non fondamentali di Regione Lombardia
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