Il nuovo codice, rivede le
disposizioni contenute nell’articolo 52 del d.lgs 163/2006 a proposito di
laboratori protetti riservati a persone svantaggiate, nell’intento di attuare
quanto previsto dall’articolo 20 della direttiva Ue.
Tale disposizione
stabilisce che “gli Stati membri possono riservare il diritto di partecipazione
alle procedure di appalto a laboratori protetti e ad operatori economici il cui
scopo principale sia l’integrazione sociale e professionale delle persone con
disabilità o svantaggiate o possono riservarne l’esecuzione nel contesto di
programmi di lavoro protetti quando almeno il 30 % dei lavoratori dei suddetti
laboratori, operatori economici o programmi sia composto da lavoratori con
disabilità o da lavoratori svantaggiati”.
L’articolo 112, comma 2, dello
schema di codice dei contratti all’esame del Parlamento, tuttavia, prevede: “Ai
sensi del presente articolo si considerano soggetti con disabilità quelli di
cui all’articolo 1 della legge 12 marzo 1999, n. 68, le persone svantaggiate,
quelle previste dall’articolo 4 della
legge 8 novembre 1991, n. 381, gli ex degenti di ospedali psichiatrici,
anche giudiziari, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti,
gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà
familiare, le persone detenute o internate negli istituti penitenziari, i condannati
e gli internati ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro
all’esterno ai sensi dell’articolo 21 della legge 26 luglio 1975, n. 354 e
successive modificazioni”.
Come si nota, dunque, il nuovo
codice definisce le persone svantaggiate richiamandosi all’elencazione
dell’articolo 4 della legge 381/1991. Ma, questo elenco non menziona una
categoria estremamente importante, espressamente prevista dalla normativa
europea: i “lavoratori svantaggiati”. Che si tratti di una restrizione eccessiva
della nozione di soggetti svantaggiati lo dimostra il “considerando” n. 36
della direttiva UE: “Lavoro e occupazione contribuiscono all’integrazione nella
società e sono elementi chiave per garantire pari opportunità a tutti. In
questo contesto, i laboratori protetti possono svolgere un ruolo significativo.
Lo stesso vale per altre imprese sociali il cui scopo principale è
l’integrazione o reintegrazione sociale e professionale delle persone con
disabilità e delle persone svantaggiate, quali i disoccupati, le persone
appartenenti a minoranze svantaggiate o comunque a categorie socialmente
emarginate…”.
Insomma, gli appalti “riservati”
a laboratori protetti, tra i quali possono rientrare le cooperative sociali di
tipo B come chiarito dalla deliberazione 32/2016 dell’Anac dovrebbero avere
come fine specifico quello di creare opportunità di lavoro anche per i
lavoratori disoccupati o, almeno, quelli che tra essi sono considerati
particolarmente svantaggiati. Si tratta delle persone indicate dall’articolo 2 del
regolamento (UE) N. 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014, in coloro
che non hanno un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, hanno
un'età compresa tra i 15 e i 24 anni, non possiedono un diploma di scuola media
superiore o professionale (livello ISCED 3) o hanno completato la formazione a
tempo pieno da non più di due anni senza avere ancora ottenuto il primo impiego
regolarmente retribuito, gli over 50 anni di età, gli adulti che vivono soli
con una o più persone a carico, gli occupati in professioni o settori
caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25% la
disparità media uomo-donna in tutti i settori economici dello Stato membro
interessato se il lavoratore interessato appartiene al genere sottorappresentato,
gli appartenenti a una minoranza etnica di uno Stato membro che abbiano la
necessità di migliorare la propria formazione linguistica e professionale o la
propria esperienza lavorativa per aumentare le prospettive di accesso ad
un'occupazione stabile”.
Occorrerebbe una correzione
urgente al testo, che preclude o rende molto difficile l’utilizzo della
cooperazione sociale per la creazione di occasioni di lavoro ai disoccupati,
per altro proprio in una fase di crisi occupazionale molto forte.
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