Sul Corriere della sera del 4 settembre 2016 il Prof. Roberto Perotti, commissario rinunciatario alla spending review (dei sogni) si esibisce in un classico: l'intervista astiosa contro chi lo ha incaricato e poi defenestrato o indotto ad autodefenestrarsi.
Come in qualunque di queste interviste, l'astioso di turno scopre che il suo incarico era solo uno specchio per le allodole, da esibire al vento. Certe cose non si intuiscono mai prima...
Altro classico di queste interviste é snocciolare dati e informazioni con nettezza e quella sorta di superiorità intellettuale che sarebbe più propria di chi rimanga indipendente, senza entrare nelle stanze del potere per poi uscirne come la vergine sorpresa.
Tra questi dati, il Perotti dispensa questi di seguito riportati, in risposta ad una domanda su come voterà al referendum: "Voto sì, abolire il bicameralismo è importante. Ma non è vero che così si taglieranno 500 milioni di costi della politica come dicono, perché in quella cifra sono inclusi i 350 delle provincie che erano già state abolite. Purtroppo questo governo ha fatto pochissimo sui costi della politica, e ora cerca di recuperare distorcendo i contenuti del referendum".
In una sola frase, una serie di errori ed informazioni sbagliate imbarazzanti. Oltre a notare che il Perotti sdegnato fa comunque l'autodafé sul referendum, perché magari potrebbe essere richiamato a risollevare le sorti della Nazione, egli, che nell'articolo dispensa indignate critiche agli amministrativisti, dall'alto della propria competenza giuridica afferma che: viene abolito il bicameralismo; evidentemente la scienza economica non aiuta a comprendere che la riforma della Costituzione non abolisce per nulla il bicameralismo, perché il Senato resta e partecipa ad un procedimento legislativo talmente ingarbugliato che l'articolo 70 passa da 9 quasi 500 parole; afferma, poi che le province sono state già abolite; ma anche in questo caso, purtroppo, la scienza economica evidentemente non consente di scorgere nella legge Delrio che le province restano, funzionano e non sono abolite, ma riformate; in peggio, ad opera di una normativa scellerata e devastante, ma non abolite; infine, il Perotti, informa che 350 milioni di costi della politica sono stati risparmiati proprio per l'abolizione inesistente delle province. Anche in questo caso, pur parlandosi di numeri, la scienza economica inganna. Nemmeno il Delrio in trance da propaganda ha mai sparato una cifra simile, limitandosi ad affermare un risparmio di 100 milioni. Per altro inesistente anche questo: come ha spiegato la Sezione Autonomie della Corte dei conti, il risparmio é di soli 34 milioni.
Si vede che si tratta di cose da vituperati "amministrativisti". Però se anche i bravissimi economisti raccontassero cose reali, non sarebbe mica male.
Nessun commento:
Posta un commento