Sulla stampa i dipendenti pubblici o sono solo dei super privilegiati, iper protetti, che proprio per questo sono "fannulloni", "politicizzati" e "furbetti del cartellino"; oppure sono degli "eroi", perchè non fanno nemmeno un giorno di malattia e invece di lavorare 7,12 ore al giorno, nel lavorano 17, senza chiedere però di essere pagati.
Ora, sarebbe una buona volta il caso di finire con le generalizzazioni. Di certo, i dipendenti infedeli vanno sanzionati senza pietà e perseguiti, per il danno che arrecano a tutti i cittadini, e, anche sebbene in via subordinata, all'immagine della PA e di tutti gli altri dipendenti pubblici.
Far passare, però, l'immagine che si è "impiegati modello" perchè non si fa mai un giorno di malattia o si regalano ore o ferie al datore, è una sciocchezza sesquipedale, intollerabile.
Peggio, un messaggio subliminale, che vuol fare passare un messaggio paternalista, secondo il quale il lavoratore non deve avere diritti, ma solo obblighi e quello che ha è già troppo. Dunque, il lavoratore non deve ammalarsi: il che significa che se ci sono lavoratori "capaci di non ammalarsi" (come se incorrere in una malattia fosse un demerito e non una causa della fisiologica condizione umana caduca), gli altri che si ammalano devono pagare dazio. Si preparano le giustificazioni morali per eliminare le norme sulla tutela del lavoratore in malattia. Allo stesso modo, il lavoratore, anche se pagato per una certa quantità di tempo da dedicare, ne deve impiegare di più: il che favorisce l'immissione nella cultura di ciascuno dell'altro messaggio subliminale utilissimo alla ricerca affannosa del sistema di ridurre il costo orario del lavoro (è questa la ragione principale dell'esplosione dei voucher e dei tirocini), come compensazione alla mancanza di crescita della produttività e del valore aggiunto.
Nessuno, poi, considera che:
1. le ferie sono obbligatorie e nel caso non siano effettuate si incorre in reato;
2. la permanenza in ufficio oltre l'orario previsto deve essere previamente autorizzata e determina una serie di misure organizzative (per le pulizie e la logistica) ed il consumo, comunque, di risorse: energia, carta, strumenti, telefonia; inoltre può dare luogo poi a richieste di recupero che possono falsare l'organizzazione del lavoro degli altri;
3. la buona saluta è qualcosa da augurare a tutti e ben accetta ed auspicata, ma purtroppo non è un merito, bensì fortuna.
Certi giornali non sono più istruttivi di un cestino della spazzatura, anzi sono spesso dannosi perchè una notizia data in modo fuorviante o demagogico è più grave di una notizia non data. Tra qualche anno la cosa sarà chiara anche ai cosiddetti intellettuali.
RispondiEliminaSono dipendente P.A. da quasi 40 anni; purtroppo sono nella casistica "eroi" non tanto per scelta ma per situazioni contingenti e per DNA.
RispondiEliminaArticolo condivisibile al 100% anche se purtroppo ritengo che molti miei "colleghi" siano nella categoria dei privilegiati non sempre per totale colpa loro ma anche perchè:
- le dotazioni organiche non sono eque
- i dirigenti sono incapaci
- i politici sono inadeguati
- le retribuzioni e gli incentivi(per i migliori) sono fuori mercato;
La colpa originaria di tutto questo è stata dei sindacati e dei politici degli anni ottanta che hanno stipulato un patto non scritto per cui i dipendenti pubblici, assunti anche in soprannumero, prendevano poco di stipendio ma facevano poco o niente...........