I giornali dell'11.10.2017, compatti tranne Il Fatto e Il Manifesto, sono tutti intenti a gettare acqua sul fuoco della gravissima fiducia sulla legge elettorale, come se l'esperienza fallimentare dell'Italicum non fosse bastata, come se la fiducia sulla legge Acerbo ai tempi del fascismo continui a non insegnare nulla.
I "normalizzatori" sostengono la tesi che, in fondo, sul Rosatellum la fiducia sia il male o il danno minore. La legge elettorale, infatti, deve essere trasversale e nel caso di specie, a differenza dell'Italicum, l'accordo per votare la fiducia su questa legge abbraccia anche due partiti d'opposizione.
Dunque, non c'è poi troppo di male se si utilizza il procedimento "ordinario" della legge, sia pure con la fiducia, invece di un procedimento "straordinario" quale un decreto.
Altro slogan dei "normalizzatori" è che Parlamento e Governo stanno pur sempre tentando di rimediare alla disomogeneità dei sistemi elettorali derivanti dalla loro "scrittura" da parte della Consulta.
Si tratta di una serie di indicazioni del tutto erronee e fuorvianti, come mai così tante se ne erano viste tutte insieme.
Intanto, il "consultellum" non è affatto una legge "scritta" dalla Corte costituzionale. E' ciò che residua di due leggi incostituzionali, Porcellum e Italicum. La responsabilità dell'esistenza, attualmente, di leggi elettorali confuse e disomogenee non è della Corte costituzionale, intervenuta per eliminare i gravissimi visi di costituzionalità da cui erano affette, ma delle maggioranze che nel Parlamento le hanno votate, dei Governi che le hanno promosse e di chi le ha promulgate senza obiettare nulla.
La tesi, poi, secondo la quale tutto sommato una legge ordinaria di iniziativa parlamentare corroborata dalla fiducia sia il "danno minore" è davvero inaccettabile, perchè:
1) un danno è pur sempre un danno; e quando si danneggia la democrazia, dovrebbe essere sempre scongiurata qualsiasi forzatura; la fiducia sull'Italicum, come era stato predetto, costituisce, ormai, un precedente che giustificherà per qualsiasi maggioranza l'intento di cucirsi addosso sempre la legge elettorale idonea per sè, esattamente come avvenne con la legge Acerbo;
2) il Governo dovrebbe chiedere la fiducia su leggi delle quali il Governo stesso abbia assunto l'iniziativa;
3) la fiducia va chiesta alla maggioranza che sostiene il Governo, non a partiti che della maggioranza non fanno parte, ma che per calcolo di opportunità, allo scopo di determinare un danno ad altri partiti rivali, votano irritualmente per il Governo cui si oppongono, così già sancendo l'accordo per la prossima legislatura, laddove qualcuno avesse avuto ancora residui dubbi;
4) i "normalizzatori" non conoscono, evidentemente, l'articolo 72, ultimo comma, della Costituzione. Eccone il testo: "La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi". La procedura "normale" di approvazione delle leggi non contempla la fiducia, che è, invece, propria di una procedura "straordinaria", connessa ai "casi straordinari di necessità e di urgenza" di cui parla l'articolo 77, comma 2, della Costituzione a proposito dei decreti legge governativi, casi straordinari che possono legittimare la fiducia sulle leggi di conversione dei decreti, per garantire la conversione entro i 60 giorni previsti dalla Costituzione;
5) l'articolo 94 della Costituzione al comma 1 prevede che è il Governo a dover ricevere la fiducia delle Camere: è la conferma plastica che il Governo non deve forzare la mano su materie che non rientrano nelle sue competenze; nè il Governo avrebbe dovuto assumere l'iniziativa dell'Italicum, nè oggi a maggior ragione che il Rosatellum è di iniziativa parlamentare, esiste presupposto alcuno accettabile per il quale il Governo chiede alle Camere una fiducia su una proposta di legge alla quale è totalmente estraneo per competenza e per non averne assunto nè iniziativa, nè paternità.
Di "ordinario", dunque, nella procedura attivata dal Governo con la richiesta di fiducia non c'è assolutamente nulla. Le analisi giornalistiche che non evidenziano ciò sono esclusivamente giustificazioni alle gravi forzature cui stiamo assistendo.
Chi comanda oggi ha troppa paura di perdere i privilegi acquisiti e fa quel che può. Invece è più preoccupante l' ulteriore dimostrazione della mediocrità della sedicente classe di intellettuali sempre allineata e coperta con certi giornalisti e giuristi un tanto al chilo,specializzati a fare i bravi cani da guardia delle malefatte del padrone di turno. Certo che oggi molti preferirebbero comprare una macchina usata da un truffatore professionista piuttosto che da un politico.
RispondiEliminaVorrei capire cosa accadrà quando inizieranno ad essere maturati gli incentivi ex art.113 anche per i servizi con Direttore dell'esecuzione... non saranno più i soli "uffici tecnici" a capire la portata del problema, ma anche altri comparti...
RispondiEliminaOra come si comporteranno i tecnici dei vari enti? L'incarico di rup non può essere rifiutato, ma le direzioni lavori, i collaudi, i coordinamenti della sicurezza... chi si prenderà più queste brighe senza batter ciglio? Si esternalizzerà ogni attività con moltiplicazione dei costi nelle opere pubbliche e basta?