martedì 1 maggio 2018

Burocrati 2, la vendetta: dopo Panebianco sono Alesina e Giavazzi a trovare l'ideona per la crescita

Per far crescere l'Italia cosa occorre? Alberto Alesina e Francesco Giavazzi non hanno dubbi:
"eliminare un po' di burocrazia: ma per farlo bisogna capire che la battaglia contro la burocrazia deve essere il fulcro dell'azione del governo e che per vincerla occorre esperienza dello Stato, non bastano i proclami. La burocrazia (come ha spiegato con grande chiarezza Angelo Panebianco sul Corriere di ieri) è più astuta e spesso più potente della politica. Sono i burocrati ad esempio la ragione principale per cui è tanto difficile liberalizzare l'economia: perché ogni regola richiede un burocrate che la amministri e le liberalizzazioni riducono il numero e soprattutto il potere dei burocrati".
Parole scolpite nell'articolo sul Corriere del primo maggio, 2018, dal titolo "Aiutare l'Italia a crescere".
In effetti, sono stati i burocrati col bidone della spazzatura al posto del cuore, astuti e potenti, a tramare contro la buona politica e a far dilagare la corruzione, far crescere debito pubblico e spesa, far crescere il deficit, portare le banche venete al crack, ideare una riforma degli appalti inapplicabile, sfornare riforme incostituzionali (come quelle elettorali) ed alzare lo spread.
Peccato che nessuno ci avesse pensato prima. Ma, Alesina e Giavazzi, coloro che consigliavano di introdurre una dirigenza pubblica elettiva, hanno avuto il colpo di genio. La cosa preoccupante è che, poi, spesso una politica astuta e potente (non quanto la dirigenza pubblica) si rivela tanto astuta da ascoltare i suggerimenti alla Alesina e Giavazzi, anche solo in parte. Da anni. Ed i risultati si vedono.

4 commenti:

  1. Il neo-liberismo ha i suoi accoliti e lei Dott. OLIVERI nom è il solo a stupirsi. Anni di sciatto drafting normativo e sciatte trasposizioni di norme europee sarebbero causate da una burocrazia senza volto. Fosse vero sapremmo come risolvere una buona parte dei problemi

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  2. I due mi ricordano un episodio di qualche anno addietro. Frequentai un mini corso di tre giorni tenuto da un noto docente universitario. Il tipo è sempre arrivato con un'ora e trenta di ritardo e ha sempre terminato un'ora e trenta prima. Nelle tre ore rimanenti c'è stata una pausa di trenta minuti e nel tempo rimanente per un'ora ha affrontato gli argomenti in programma e per il resto ha solo parlato male della burocrazia che gli riconosceva dei compensi da fame per il suo illuminato e faticoso contributo. Questa è la classe intellettuale italiana.

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  3. Visto che codesti illustri opinionisti sono così bene informati, perché non informano anche noi comuni mortali? Perché non citano degli esempi concreti ? Perché non fanno nomi e cognomi ? Possiamo sapere dagli insigni alfieri del liberalismo (rappresentanti di una categoria professionale notoriamente avulsa da spirito corporativo e raccomandatario) come si chiama il burocrate (alto) che ha reso difficile una liberalizzazione, in quale ente lavora e a quale circostanza specifica si fa riferimento? Forse perché poi si rischia di beccare una querela per diffamazione ? Ma quando é in gioco il futuro dell'economia, lo spirito indomito dei grandi editorialisti dovrebbe far sentire il suo ruggito! Nomi, cognomi, fatti e circostanze, per favore. Attendo fiducioso.

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  4. Dopo le gemelle Kessler del giornalismo (Stella e Rizzo) ecco i Gianni e Pinotto delle riforme (Alesina e Giavazzi) ... una volta a gente così si diceva "ma andate a scopare il mare ..." intendendo un'attività inutile ma indicata per chi predica senza sapere di cosa parla, oggi quel modo di dire dovrebbe essere rivalutato visto che il mare ha così bisogno di essere ripulito ...

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