lunedì 6 aprile 2020

L'abuso delle ordinanze. Flop 2 dell'autonomia comunale

L'emergenza coronavirus non è più forte della tentazione di ottenere una facile ribalta sui media. Molti amministratori locali hanno capito che la carenza di mascherine "fa notizia" e quindi si sono buttati a capofitto nell'impresa di comprarle sul mercato, per poi consegnarle all'intera cittadinanza.
Le possibilità di ottenere titoloni sui giornali sono elevate, anche se ordinanze regionali hanno rubato la ribalta nazionale: ma, almeno la stampa locale potrà dare lustro alla scelta.

Questo modo di intendere l'amministrazione locale è l'ennesima conferma della necessità di rivedere tantissimo in profondità l'ordinamento locale e l'assetto delle competenze.
Che un comune si metta ad acquistare mascherine per consegnarle alla popolazione è un'evidente sperpero di denaro pubblico.
Un conto è intervenire per comperare i presìdi sanitari per i propri dipendenti e per persone in particolari condizioni di disagio. Nessuna competenza sorregge simile acquisto, se rivolto alla popolazione amministrata.
La consapevolezza di questa evidente illegittimità, spesso rimarcata dai segretari comunali e dai responsabili della ragioneria, sta da qualche giorno conducendo alcuni sindaci, sorretti purtroppo da altrettanti segretari e funzionari, alla soluzione più illegittima possibile, segno appunto di uno sviamento clamoroso e non più ulteriormente tollerabile delle competenze: un'ordinanza contingibile ed urgente, con la quale ordinare alla popolazione di portare la mascherina e, dunque, agli uffici di acquistarle.
Un'illegittimità all'ennesima potenza. Ordinanze simili sono frontalmente contrarie molteplici fattori di merito e di legittimità:
1. se il comune acquistasse presìdi sanitari certificati, li sottrarrebbe al servizio sanitario: come si potrebbe giustificare simile scelta, sul piano tecnico e, soprattutto, etico?;
2. se il comune acquistasse mascherine "fai d te", quelle, insomma, che non richiedono certificazioni tecniche e, quindi, non rientranti tra quelle chirurgiche, farebbe un acquisto del tutto inutile: basterebbe, infatti, qualsiasi sciarpa o fasciacollo, come del resto ha ammesso la molto criticata ordinanza della regione Lombardia;
3. nessun sindaco dispone del potere di imporre l'utilizzo delle mascherine: lo impedisce, chiaro e tondo, l'articolo 3, comma 2, del d.l. 19/2020: " I Sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l'emergenza in contrasto con le misure statali, nè eccedendo i limiti di oggetto cui al comma 1". Nessuna norma statale prevede l'acquisto di mascherine, sicchè un'ordinanza simile sarebbe in contrasto; nè nessuna norma statale ha previsto che si finanzino con risorse pubbliche acquisti destinati a privati;
4. semplicemente privo di qualsiasi aggancio alla legittimità è immaginare che un'ordinanza possa essere rivolta agli uffici, appunto per ordinare loro di procedere ad un acquisto (o a qualsiasi atto gestionale). Simile ordinanza è nulla totalmente, perchè non possono essere gli uffici oggetto dei poteri straordinari previsti dall'articolo 50 del d.lgs 267/2000, ma la cittadinanza indifferenziata. Per altro, simili ordinanze, si tramuterebbero in gravissima ingerenza e violazione del principio di separazione delle funzioni di indirizzo politico, rispetto a quello tecnico. L'indirizzo lo si esercita con direttive o, anche, col Piano esecutivo di gestione. Un indirizzo, per altro, avente i contenuti dell'ordinanza, cioè acquistare le mascherine, andrebbe senz'altro disatteso (se non nei limiti di presìdi per gli uffici comunali e persone in stato di bisogno), perchè sul piano tecnico e della legittimità è manifestamente contrario alle norme.
5. un'ordinanza che intenda nella sostanza coartare gli uffici verso azioni gestionali per altro illegittime, si presta anche ad essere configurata come reato di abuso d'ufficio (e non solo), minacciando gli uffici del danno certamente ingiusto della commissione del reato previsto dall'articolo 650 a loro carico, se non la adempiessero.
Questo modo di amministrare, si ribadisce purtroppo avallato da alcuni funzionari, è possibile anche a causa dello spoil system, che rende in particolare i segretari comunali privi della forza di ricondurlo nei corretti binari, anche a causa della folle eliminazione di controlli esterni preventivi di legittimità, che dovrebbero avere il compito di spalleggiare i garanti della legittimità e, comunque, di eliminare sul nascere simili insanabili ferite alla logica e all'ordinamento.
Questo modo di agire, anche se fosse proprio di pochi o pochissimi comuni, non può non convincere per la necessità, finita l'emergenza, di una stretta formidabile a poteri e competenze locali, troppo fuori misura e controllo.

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