L'Anac informa che "Considerata la rilevanza socio-economica che gli effetti del periodo emergenziale hanno prodotto sul Paese, l’Autorità nazionale anticorruzione ha effettuato un’indagine conoscitiva sugli affidamenti connessi al trattamento ed al contenimento dell’epidemia da Covid-19. Nel periodo di picco del fenomeno (1 marzo-30 aprile), la spesa complessiva a livello nazionale è stata pari a 5,8 miliardi. Per avere un quadro più specifico della situazione, l’Anac ha inoltre inviato un questionario alle 182 stazioni appaltanti che nel periodo di riferimento risultano aver espletato appalti, selezionando quelli di importo maggiore per ciascuna di esse. Dall’indagine sono emerse criticità che saranno oggetto di specifiche azioni di vigilanza da parte dell'Autorità, eventualmente anche di natura ispettiva".
Dato il ruolo dell'Autorità, l'attività preannunciata è certamente opportuna e doverosa, quindi l'iniziativa non è oggetto di alcun commento.
Le considerazioni che sorgono spontanee sono altre. Quella connessa al Covid-19 era un'emergenza, sì o no? Perchè se lo era, non è chiaro il motivo per il quale si sia ritenuto di adottare un sedicente "decreto semplificazioni" che afferma che in caso di emergenza sono possibili affidamenti diretti. Erano possibili anche senza questo decreto, come la stessa Anac ha ricordato, a rimorchio della Commissione Ue.
E se la situazione era d'emergenza, va benissimo l'indagine dell'Anac, ma se ne dovrebbe capire lo scopo. Una statistica? Interessante: circa 6 miliardi spesi.
Che genere di sindacato si vuol opporre a tale spesa? Di opportunità? Non andavano spesi? Negli ospedali non occorreva ampliare a dismisura le sale di rianimazione, con nuovi posti letto, macchinari, ventilatori, bombole di ossigeno, presìdi? Le famose mascherine non si dovevano comprare? Il potenziamento dei servizi cimiteriali, i trasporti delle bare mediante i camion dell'esercito non andavano posti in essere?
Ma, se la situazione, pur d'emergenza, presentava "criticità" negli appalti gestiti, intervenire dopo, adesso, comunque quando l'allarme è cessato, a cosa serve? Come monito? A sindacare a posteriori su scelte gestionali? Ad attivare a buoi scappati quella responsabilità contabile che il sempre sedicente "decreto semplificazioni" vuole praticamente cancellare?
Se vi sono "crticità" e, indubbiamente, nella gestione non possono non esservene, ad esse si rimedia con indagini ed azioni successive?
Noi restiamo della convinzione che l'abbandono dei controlli preventivi di legittimità sia stata una scelta sbagliatissima, esiziale e devastante per il Paese.
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