lunedì 31 agosto 2020

Assunzioni nei comuni a rischio, dopo il DM 17.3.2020. Necessario rivederlo, ma non per livellare al ribasso l'indice di virtuosità dei comuni.

 La Repubblica del 31.8.2020, con l'articolo "Effetto Covid sui Comuni Saltano le assunzioni di vigili urbani e maestri", a firma di Rosaria Amato, si accorge che nella PA e nei comuni in particolare c'è un rilevante problema di sostituzione del troppo personale che nel frattempo è cessato dal servizio.

Evidenzia l'articolo: "Nell' ultimo censimento Istat, che si riferisce al 2017, risultano poco più di 400 mila dipendenti comunali a fronte dei 479 mila di dieci anni prima, ma nel frattempo è intervenuta Quota 100, che ha decimato ulteriormente gli uffici. Mancano persino almeno 4000 segretari comunali (che però vengono assunti attraverso concorsi statali, non comunali), molti Comuni non hanno le principali figure tecniche, o i vigili urbani. Risultato: meno servizi per i cittadini".

Di certo, la recente normativa sulle assunzioni non favorisce politiche assunzionali che consentano di recuperare la quantità di lavoratori cessati e migliorare la qualità delle professionalità. Il Dm 17.3.2020, entrato in vigore solo il 20 aprile 2020, ha visto la luce quasi un anno dopo la previsione della quale è attuatore, l’articolo 33, comma 2, del d.l. 34/2019 (lo si sarebbe dovuto approvare entro l’agosto del 2019...). 

Chi scrive, già a suo tempo ebbe ad evidenziare quanto fosse, dopo una così lunga attesa, intempestiva ed inopportuna l’approvazione del Dm (https://luigioliveri.blogspot.com/2020/04/dpcm-assunzioni-negli-enti-locali.html). 

Infatti, il 2020 è l’anno di un profondissimo baratro delle entrate comunali, tale da compromettere per molto tempo il rapporto spesa di personale/media triennale delle entrate correnti, al netto del FCDE, previsto dalla normativa citata come parametro per valutare la sostenibilità finanziaria della spesa di personale. 

Vi sono pochi dubbi che questa normativa sarà rivista, perché pensata per una fase economica completamente diversa. 

Il DM tende a premiare le gestioni virtuose, consentendo le assunzioni ai comuni che “possono permetterselo” e, in particolare a quelli con dotazioni organiche sottodimensionate. 

Che occorra una revisione della norma, non è da mettere in discussione. L’auspicio è che si rendano i parametri, magari solo temporaneamente, meno restrittivi, senza abbandonare, però, l’idea di premiare i comuni virtuosi. 

L'articolo citato dà voce al sindaco di Palermo, tra le voci maggiormente critiche nei confronti del nuovo sistema: "Protestano i sindaci. Soprattutto dal Mezzogiorno. Il presidente dell' Anci Sicilia Leoluca Orlando in questi giorni ha inviato una lettera al governo, spiegando che «la debolezza finanziaria dei Comuni siciliani e la loro ridotta capacità fiscale, aggravata da un inefficace sistema di riscossione dei tributi locali, rendono impossibile attuare i parametri imposti dal Dpcm del 17 marzo 2020». «Il limite del decreto - aggiunge Orlando - sta nel partire dal presupposto che i Comuni italiani abbiano caratteristiche omogenee quando in realtà presentano profonde diversità»". 

Accettare come argomentazione contraria all’impianto normativo quanto afferma il sindaco di Palermo sarebbe, tuttavia, semplicemente assurdo. In qualità di presidente dell’Anci (associazione nazionale dei comuni) Sicilia, chiede, in sostanza, al governo di rivedere la normativa alla luce della debolezza finanziaria dei Comuni siciliani e della loro ridotta capacità fiscale, aggravata da un inefficace sistema di riscossione dei tributi locali. Ma, il DM ha proprio la qualità di consentire assunzioni agli enti con sufficiente capacità di riscossione e imposizione fiscale. I comuni della Sicilia non l’hanno per oggettiva ed endemica disorganizzazione operativa e tendenza a trascurare tale imposizione, anche per garantire un “volemose bene” tra PA e cittadini, non più tollerabile. 

Vero è, come sostiene il sindaco di Palermo, che la normativa non deve considerare che tutti i comuni italiani “abbiano caratteristiche omogenee quando in realtà presentano profonde diversità”. Ma vanno premiate le diversità positive, non le inefficienze. 

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