domenica 1 novembre 2020

Covid-19: è il vero virus?

Si è pensato che l'economia di un Paese e soprattutto di molte città si potesse reggere sul panino in pausa pranzo o sullo shopping. Risultato: assenza di politiche industriali, non si producono computer, materiali per la telematica, niente smpartphone, zero nanotecnologie, perdita della manifattura pesante (auto e acciaio), spazi quasi inesistenti per innovazione e nuove prospettive.

Si è pensato che fosse necessario incrementare la redditività degli spazi nelle stazioni. Si sono eliminate le sale d'aspetto, come se i treni fossero sempre puntuali. Risultato: bivacchi disperati di chi aspetta senza potersi nemmeno sedere.

Si è pensato che fosse opportuno garantire la redditività del trasporto pubblico, riducendo le corse e i mezzi, in modo da ottenere l'obiettivo delle corse "piene" e quindi economicamente convenienti. Risultato: bus, corriere, tram, treni, pieni da scoppiare nelle ore di punta, ritardi, sporcizia, degrado, frequenze minime.

Si è pensato che anche per le scuole fosse opportuno limitare gli spazi, per contenere i costi delle utenze, delle manutenzioni, del personale docente e non docente. Risultato, classi pollaio, laboratori inadeguati, plessi cadenti e inadeguati.

Si è pensato di organizzare ospedali e strutture sanitarie come "aziende". Risultato: chiusura di presìdi territoriali, concentrazione degli ospedali, riduzione dei posti letto, numeri di terapie intensive calcolati su statistiche valide solo per casi di assenza totale di epidemie, malattie diffuse, pandemie.

Si è pensato, nella sostanza, di distruggere economia e tessuto sociale di un Paese, agendo proprio sui gangli fondamentali, senza che, in fondo, nessuno ci facesse troppo caso: i trasporti inefficienti? Problema dei pendolari; l'economia del panino? Problema degli imprenditori che non innovano; problema delle scuole? Gli studenti non votano, non importa; problema degli ospedali? Riguarda solo chi sta male.

E' arrivato un virus a capire che forse il vero virus non è lui.

1 commento:

  1. Concordo su tutto. Va fatto però un passo in più, altrimenti il discorso rimane un po' campato per aria.
    "Si è pensato..." va sostituito con "Hanno pensato..."
    Perché questi pensieri, e le azioni conseguenti, non sono comparsi per conto loro, né sono arrivati da Marte: sono cose frullate nella mente di qualcuno. Chi?
    La classe dirigente italiana degli ultimi decenni: politici, sindacalisti, imprenditori, alti funzionari, editori e tutta una schiera di persone che, nei rispettivi ambiti, ha la facoltà di prendere decisioni.
    Il pesce puzza dalla testa.

    RispondiElimina