domenica 21 marzo 2021

Riforme: le critiche all'approccio leguleio da chi ha il potere di proporre modifiche alle norme, ma ne pretende la violazione.

 Il neo Ministro Cingolani alla Transizione ecologica continua a perpetuare la concezione che si ha del "fare" maturata da un decennio a questa parte. Cioè, abbandonare l'approccio "leguleio" per raggiungere gli obiettivi.

Il messaggio in filigrana è: la smettano i dirigenti e le strutture di operare nel rispetto della legge e, quindi, di "fermarsi" se un certo progetto non è con essa in linea. Siccome conta solo il risultato, bisogna "agire" egualmente. Magari, mettendo pure in conto qualche violazione e qualche avviso di garanzia. Tanto, si elimina il reato di abuso d'ufficio e si cancella la responsabilità erariale per colpa grave: quindi, che paura c'è? Alla peggio, come pare sia allo studio, il datore di lavoro pubblico pagherà una bella assicurazione e il gioco è fatto. Anzi, la legge è fatta, con licenza di infischiarsene.

Non risulta ancora chiaro che non si tratta di approccio "leguleio". Anche chi è molto attento ai risultati, come sicuramente l'attuale Governo, ad un certo punto si rende conto che le responsabilità e le regole servono per avere un quadro certo. Il premier lo ha detto: "mettetevi nei panni di chi deve decidere", a proposito del recente pastrocchio con Astrazeneca.

Ha prevalso, in questo caso, l'approccio leguleio o, comunque, prudenziale, o la tensione al "fare", cioè vaccinare?

Sarebbe il caso di smetterla con gli slogan facili. La "transizione burocratica" di cui parla il Ministro Cingolani non si compie pretendendo che la struttura amministrativa metta l'asino dove vuole il padrone, anche violando le norme.

Se, come in effetti spessissimo avviene, le norme sono inadeguate e costituiscono ostacolo, le responsabilità sono chiare: chi fa le norme è il Legislatore, cioè chi siede in Parlamento, ma anche nel Governo, perchè la gran parte delle leggi è di iniziativa governativa e, comunque, la regolamentazione e decretazione attuativa, spesso più caotica e bizantina delle norme, è di provenienza governativa.

Chi è Ministro, invece di invocare comportamenti contrari a legge e potenzialmente dannosi per l'erario, cioè per tutti, faccia fino in fondo il proprio dovere. Analizzi ciò che non va nelle norme e lo corregga. Anche questo deve fare parte del Pnrr. Si assuma pienamente le proprie responsabilità e proponga le modifiche che consentano di non avere approcci legulei alle attività. I primi ad esserne contenti saranno i dirigenti ed i funzionari. Il tutto, per altro, se si avrà allora anche la coerenza e la capacità di circoscrivere e di molto le competenze e funzioni di Anac, Igop e Corte dei conti.

Perchè non si può contestualmente pretendere la "tensione al risultato" a disdoro delle norme, ad ordinamento vigente. Perchè anche se un'assicurazione può compensare il danno al patrimonio del dirigente convinto della bontà dell'idea che il risultato giustifichi la violazione delle norme e i danni erariali connessi, in ogni caso il danno al patrimonio di tutti è prodotto, il contenzioso si attiva, i controlli formali e meramente burocratici di chi continua ad esistere per "fermare" e non per "firmare" continuano ad essere posti in essere.

La transizione burocratica, in un ordinamento positivo, passa prima per le leggi. Portate le conferenze di servizio da 7 a 1; fate in modo che davvero tutte le iniziative economiche partano con una dichiarazione del privato, senza autorizzazioni preventive, trasformando l'attività della PA in consulenziale, prima, e di controllo (ma senza limiti temporali), dopo; eliminate dal codice degli appalti norme inutili e foriere solo di contenzioso come il principio di rotazione, l'assurda differenza tra affidamento diretto "puro" e non puro, l'incompatibilità di chi ha curato la progettazione col ruolo di commissario di gara e molte altre follie completamente assenti nelle direttive europee; fate in modo di velocizzare la riscossione, invece di permettere che langua per decenni e poi fare i condoni. Poi, fatto questo, potrete pretendere un approccio "non leguleio".



1 commento:

  1. Caro dott. Oliveri. Le sue sono, come sempre osservazioni intelligenti seguite da auspici di buon senso. Ma le ricordo che siamo in Italia, "Il paese di cuccagna", de "I Vicerè" e del "Gattopardo". Quindi io nutro ben poche speranze che quanto da Lei scritto si possa relaizzare.

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