Su Il Sole 24 Ore del 24.3.2021 è pubblicato un articolo titolato "Pa, l'avvio dei contratti appeso a un minisindacato".
La questione sarebbe la difficoltà a ridisegnare i comparti della contrattazione, con specifico riferimento all'area della dirigenza cosiddetta Pta, professionale, tecnica ed amministrativa del sistema sanità.
Nell'ultima tornata di contrattazione il complesso delle poche migliaia di dirigenti interessati è stato inserito nel comparto della dirigenza delle Funzioni Locali, mediante il Ccnl 17.12.2020.
L'idea, espressa in modo per altro ambiguo dalla legge di bilancio del 2019, è che tale dirigenza dovrebbe ritornare nel comparto della sanità, da dove proviene.
L'articolo liquida la questione come qualcosa che più degli interessati, cioè i dirigenti, riguarderebbe il sindacato del settore.
A parte la circostanza dell'ovvietà della cosa, cioè che un sindacato sia interessato alla composizione del comparto nell'ambito del quale deve svolgere la propria funzione, l'articolo evidenzia in modo un po' malizioso che negli enti locali i dirigenti sono più di 10.000, mentre nella sanità 150.000; sicchè, tale numero "farebbe scomparire il sindacato di Pta dai tavoli del negoziato dove siede solo chi supera le soglie per essere definito rappresentativo".
Vero. Ma, chiediamo al sempre attentissimo ed autorevole redattore del Sole 24 ore: sembra per caso che i dirigenti tecnici, coloro che allestiscono le sale operatorie, ingegnerizzano gli impianti, assicurano il funzionamento dei macchinari e della logistica; i dirigenti professionali, gli ingegneri, gli avvocati; i dirigenti amministrativi, preposti al personale, agli appalti, agli acquisti, alla gestione del patrimonio, sino dei medici?
La domanda è da porsi perchè le centinaia di migliaia di dirigenti del comparto Sanità, cosa che nell'articolo non si evidenzia, sono medici. Sì: perchè, cosa che i media in generale tendono sempre a nascondere quando riportano i numeri della dirigenza italiana, riferendo sempre che vi sono troppi dirigenti, tutti i medici del sistema sanitario hanno la qualifica dirigenziale. E il loro numero, fa sballare i conteggi.
Qui sopra, l'estrazione dal Conto annuale riferita al 2019. Nel comparto sanità, come si nota, vi sono oltre 107.000 medici. Nel comparto funzioni locali i dirigenti non arrivano a 8.000.
Ora: sembra che sia utile, logico, possibile, efficace, efficiente, estendere a dirigenti che non svolgono attività di medici istituti contrattuali, tra cui turni, indennità, orari particolari, specificità e responsabilità, proprie della professione medica?
Qual è il senso di attrarre professioni completamente diverse ed inconciliabili tra loro, cioè quelle di dirigenti professionali, tecnici ed amministrativi a quelle dei medici?
La sola circostanza che la dirigenza Pta sia al servizio delle aziende del servizio sanitario non pare sia sufficiente a ricomprendere in un contratto collettivo che concerne i medici, professioni che con quella medica non hanno nulla a che vedere.
Si parla tanto, e giustamente, in questi giorni di una riforma che valorizzi le professionalità e le competenze. Partire dal mantenimento di aree di contrattazione omogenee e non totalmente sballate, come quella che accomunerebbe medici a non medici, non sarebbe un passo sbagliato.
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