Nell'articolo pubblicato il 28.9.2021 su NT Plus titolato "Carriere nella Pa, il nuovo contratto salverà le progressioni già avviate" a firma di Gianluca Bertagna e Davide d'Alfonso, v'è un approfondito commento alle modifiche alla progressione orizzontale, che sarà ridenominata "differenziale stipendiale di professionalità", ma nella sostanza resta la stessa cosa: un incremento del trattamento economico tabellare.
La bozza del Ccnl Funzioni Centrali insiste nell'errore di sempre: dare corso ad una procedura asseritamente selettiva, ma che alla fine si risolve in una conflittualità estrema in sede di contrattazione decentrata per reperire le risorse ed in un sistema di aumenti "a programmazione", che di fatto cerchi di assicurare aumenti a tutti.
Si ribadisce, allora, la domanda: perchè non reintrodurre la cara vecchia anzianità? Sarebbe più onesto e trasparente reintrodurre gli scatti automatici di anzianità e punto. Nel privato l’anzianità esiste ancora: nessun’azienda si sogna di sprecare tempo e denaro in procedure che alla fine tingono di meritocratico un sistema che poi si rivela segnato solo dall’anzianità.
In ogni caso, gli Autori evidenziano: "Il raggiungimento dello scopo di rendere più appetibile la carriera nel pubblico sembra invece favorito dall'assenza, nella bozza, degli attuali riferimenti a che le progressioni economiche siano destinate a una quota limitata degli aventi diritto: sarà il contratto integrativo a stabilire, nei limiti delle risorse stabili disponibili, il numero di «differenziali stipendiali di professionalità» attribuibili nell'anno per ciascuna area".
Tuttavia, le cose, ad oggi, non permettono di affermare che la sia pure solo formale selettività delle progressioni non sia più destinata a una limitata quota di personale sulla base della circostanza che il Ccnl non contenga tale espressa limitazione.
E' sempre necessario ricordare tutte le norme che compongono l'ordinamento, specie quelle di legge, prevalenti, nel sistema del lavoro pubblico, sui contratti collettivi.
Sul punto, l'articolo 23, comma 2, del d.lgs 150/2009 dispone: "Le progressioni economiche sono attribuite in modo selettivo, ad una quota limitata di dipendenti, in relazione allo sviluppo delle competenze professionali ed ai risultati individuali e collettivi rilevati dal sistema di valutazione".
Quindi, finchè quella norma resti in vigore è bene non dare la sensazione agli operatori che le progressioni o differenziali, comunque li si chiami, possano o debbano essere attribuiti davvero a tutti. La quota limitata resta. Resta perchè lo prevede una legge. E resta perchè i fondi della contrattazione decentrata non hanno la capienza per assicurare aumenti a tutti.
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