venerdì 5 novembre 2021

Società partecipate negli enti locali: i controlli per finta nel disegno di legge sulla concorrenza

Il disegno di legge sulla concorrenza si sta rivelando in molte sue parti degno del romanzo Pirandelliano "Ma non è una cosa seria". In particolare per quanto riguarda l'eterno tema delle società in house degli enti locali. 

A fronte di una normativa europea che non pone nessuna restrizione all'in house providing, purchè frutto di procedure trasparenti di selezione, in Italia da decenni c'è una normativa ondivaga, che un po' allarga, un po' restringe il campo delle partecipate in house. Si continuano ad introdurre pastoie, documenti, piani, programmi, valutazioni economiche e tecniche, buone solo per elevare la pila delle carte necessarie. Ma, si tratta di documenti spesso autoreferenziali, poco decifrabili, come del resto le sentenze sviluppatesi nel tempo: una serie di richiami al prudente apprezzamento, alla corretta valutazione, all'opportunità di non perdere di vista il mercato e via così, sloganeggiando.

Il disegno di legge sulla concorrenza adesso introduce la previsione secondo la quale per costituire nuove partecipate o acquisire partecipazioni dirette o indette, i comuni dovranno trasmettere le delibere consiliari alla Corte dei conti, affinchè le Sezioni Riunite entro i successivi 60 giorni si pronuncino sulla sostenibilità finanziaria, il rispetto dei principi di efficienza, efficacia e di economicità dell’azione amministrativa». Una delega normativa rinvia ad un successivo decreto legislativo l'attivazione dell'ulteriore adempimento di inviare al Garante Antitrust la scelta di avviare o di mantenere l’affidamento diretto dei servizi pubblici locali, perchè se ne verifichi la motivazione.

Un ritorno ai controlli preventivi? Solo per finta. Infatti nè la magistratura contabile nè l'Antitrust potranno cassare le delibere, ma solo emettere pareri per altro non vincolanti.

Chi scrive, lo ribadisce da anni: solo controlli preventivi di legittimità, che in certi casi è opportuno si estendano al merito (e la materia dei servizi pubblici locali si presta) possono fermare l’estensione di scelte e provvedimenti che vanno dall'inopportuno, all’illegittimo fino al dannoso.

Le resistenze maturate in 30 anni contro i controlli, la mancanza di volontà di renderli efficienti, sono, però, inscalfibili. E si introducono, quindi, controlli “per finta” come quelli previsti sulle società in house degli enti locali, buoni solo a far perdere tempo e a coltivare la leggenda che i controlli servano, appunto, solo a creare burocrazia.



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