Il Ministro della Pubblica Amministrazione nel corso di un'audizione alla commissione parlamentare sulla semplificazione si è soffermato sul lavoro agile per i lavoratori fragili, affermando:
1. «I fragili devono poter lavorare da remoto»
2. Per il lavoro pubblico non è stata prorogata la possibilità che i fragili continuassero a lavorare in smart working senza limiti perchè per il Mef occorreva sostenere una spesa di 60 milioni; il Ministro ha sottolineato che «Non c’erano i 60 milioni e non c’è stata la proroga»;
3. Tuttavia, grazie alla circolare del 7 gennaio 2021, le Pa possono «attribuire lo Smart Working senza costi».
Ora, qualche domanda si impone (ben sapendo che resterà senza risposte):
Ma, quali sarebbero i costi dello smart working? E, perchè trattare lo smart working solo come misura di welfare? E, ancora: cosa impedirebbe di lavorare da remoto ai fragili, come a qualsiasi altro lavoratore, se non un’interpretazione di retroguardia del lavoro agile?
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