venerdì 24 giugno 2022

Appalti, le norme emergenziali in deroga hanno leso la concorrenza. Ma, il legislatore vuole trasfonderle nella riforma del codice dei contratti.

 Italia Oggi del 24.6.2022, con l'articolo di Andrea Mascolini "Anac: nel Pnrr più spazio alle Pmi" dà conto dell'audizione del presidente dell'Anac al Parlamento sull'attività dell'Authority nel 2021, anche in vista della riforma del codice dei contratti.

In merito alle riforme convulse di questi anni finalizzate a "semplificare" gli appalti, il giudizio del presidente dell'Anac è tagliente e negativo: "negli ultimi anni, con l'intento di arginare la pandemia e di agevolare l'utilizzo dei finanziamenti del Pnrr, si sono stratificate, in assenza di un disegno unitario, diverse procedure d'urgenza e derogatorie, prevedendo, fra l'altro, un significativo aumento delle soglie entro le quali è ammesso il ricorso a procedure negoziate. Questo ha senz'altro velocizzato gli affidamenti, ma ha anche avuto ricadute negative sulla concorrenza e sulla partecipazione alle gare, sulla selezione delle migliori offerte e, quindi, sull'efficiente, efficace ed economica gestione della spesa pubblica". Per questo, aggiunge il Mascolini, il Presidente Anac, in prospettiva auspica “un progressivo abbandono di taluni interventi emergenziali, dando nuovo impulso alla concorrenza e alla migliore gestione e spesa del denaro pubblico".

Due anni e passa per accorgersi dell'evidenza e cioè che le norme in deroga, affrettate, confusionarie e fondate sull'errata concezione che la velocizzazione della fase della gara risolva i problemi di durata degli appalti, quando la gara occupa il 15% a dire tanto del tempo totale.

In effetti, non è certo mancato chi da subito si è accorto che le regole emergenziali fossero incompatibili con efficienza e concorrenza.

Comunque, va bene così. O, meglio, andrebbe bene. Esattamente all'opposto dell'auspicio del presidente dell'Anac ed in contrasto con l'evidenza dei fatti e delle regole operative, invece intento del legislatore - confermato anche dal Ministro Giovannini - è trasfondere a regime nel nuovo codice dei contratti proprio gran parte delle norme emergenziali. Mai che razionalità e logica siano alla guida delle "riforme".


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