sabato 31 maggio 2014

#province #lavoro #PA Effetto Delrio #demagogia

Effetto Delrio

 

Alla notizia che la Provincia di Vibo Valentia non paga da 3 mesi lo stipendio ai propri dipendenti è certo che tantissimi esulteranno: “finalmente anche quei fannulloni dipendenti di un ente inutile perdono i loro privilegi!”. E giù a brindare con champagne o vini pregiati che potranno arricchire la spesa, considerando che, come noto, per effetto dei recenti interventi volti ad incrementare gli stipendi, con una cifra di 80 euro è possibile largheggiare per ben due settimane.

Sicuramente il comune sentire sarà di indifferenza, nei riguardi dei 380 dipendenti della Provincia di Vibo Valentia, anzi di compiacimento. Sì, perché in Italia il modo di vedere le cose è sempre connesso all’astio e alla contrapposizione. Si potrebbe anche comprendere il certo l’entusiasmo per tale situazione della Provincia calabrese, se da ciò ne derivasse un immediato e sicuro guadagno per gli altri. Invece, non è così.

La condizione della Provincia di Vibo Valentia altro non è se non il primo fronte di una situazione che nel corso dei prossimi mesi si andrà inevitabilmente estendendo, cagionata dagli attacchi che da anni media e politica rivolgono alle province (l’1,2% della spesa pubblica totale, cioè il nulla), scaturiti prima nei commissariamenti del Governo Monti, poi nelle manovre di spending review che hanno ridotto le entrate di questi enti di circa 3 miliardi in 5 anni su una spesa complessiva che era inizialmente di 13 miliardi, scesa ora a poco più di 10, con un impatto percentuale inesistente per Stato, regioni e comuni, poi assestato con l’iniziativa di legge attivata dal Ministro Delrio, la legge 56/2014, e ulteriormente aggravata dagli altri tagli di entrate (900 milioni in 2 anni) previsti dal d.l. 66/2014.

E’ evidente che le Province meno strutturate e forte, probabilmente con qualche magagna amministrativa e conti non del tutto in ordine, entro breve cadranno, per poi essere seguite anche da quelle più virtuose, che a loro volta non avranno scampo. Basti pensare che la legge Delrio impone l’esercizio provvisorio e la spesa solo ordinaria assurdamente anche per le province che abbiano approvato il bilancio di previsione.

Se per tre mesi un’azienda privata non pagasse 380 dipendenti, giustamente, condivisibilmente, i media sarebbero andati all’attacco, i sindacati in allarme, le forze politiche (anche per puro tentativo di captatio benevolentiae) avrebbero urlato allo scandalo, promettendo “tavoli” e iniziative.

Invece, per i dipendenti della Provincia di Vibo Valentia, al di là dei brindisi motivati dal disprezzo per tutto ciò che è pubblico cagionato dal pensiero dominante di questi anni, colpisce il totale silenzio e l’indifferenza.

Ed è una cosa ben strana. Se la Provincia non ha i soldi per pagare gli stipendi, probabilmente anche i servizi non potranno essere resi. Di fatto, è un ente che dovrebbe chiudere.

Molti potrebbero affermare che è assolutamente normale: anche i privati falliscono. Ma, i privati non gestiscono servizi pubblici come alcuni delle province: asfaltatura delle strade, sicurezza delle scuole, trasporto dei disabili nelle scuole, servizi di sostegno allo studio per disabili sensoriali. Alla fine, se non li cura la Provincia di Vibo Valentia, qualcuno dovrà farlo.

Si potrà ancora osservare che i dipendenti avranno lo stesso destino dei tanti, troppi, lavoratori del privato, che vanno in cassa integrazione o mobilità.

Sbagliato. La pubblica amministrazione non versa nulla allo strumento della cassa integrazione, che infatti non è operante per il lavoro pubblico. Allo stesso modo, le amministrazioni non contribuiscono ai fondi per l’indennità di mobilità o l’Aspi.

I dipendenti pubblici in esubero sono garantiti da uno strumento diverso, che si chiama “messa in disponibilità”: una sospensione dal rapporto di lavoro per 24 mesi, nel corso della quale vi è un pagamento ridotto dell’80% riferito solo, però, al trattamento economico fondamentale, dunque senza considerare elementi variabili come la produttività. La riduzione del trattamento economico è, dunque, di oltre il 70%.

Ma, poiché appunto non vi sono fondi generali, anche al pagamento di queste indennità dovrebbe provvedere singolarmente ciascun ente. Dunque, qualora la Provincia di Vibo Valentia, per ragioni economiche, ponesse anche tutti i 380 dipendenti in disponibilità, non potrebbe in ogni caso pagarli.

Sorge, allora, spontanea la domanda: perché anche il nuovo governo in carica fa un grande parlare, come non si trattasse della scoperta dell’acqua calda, della mobilità del personale e della flessibilità del lavoro, ma assurdamente, in presenza di un concentrico reticolo di norme che ridurrà presto ogni provincia nelle condizioni di Vibo Valentia, non attiva un processo immediato di mobilità volontaria dei dipendenti provinciali (56000 sul totale dei 3,1 milioni) verso altre amministrazioni, in carenza di personale? Che senso ha il concorso indetto dall’Agenzia delle entrate per 403 dirigenti, se non quello di sanare alcuni dei quasi 800 incarichi illegittimamente conferiti a propri funzionari, quando si poteva reclutare dal bacino delle province? Che senso hanno i concorsi pubblici in atto nelle varie amministrazioni della Calabria, essendovi 380 dipendenti che potrebbero essere meglio impiegati in enti con carenza di personale?

Questo è l’effetto Delrio. O, senza personalizzare, l’effetto di norme spot, demagogiche, buone per ricevere il consenso a buon mercato davanti a un tavolo da biliardo con in mano stecca e birra, ma non certo per indirizzare le “riforme” verso risultati davvero utili ed efficaci.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento