Insomma, quante sono le nuove assunzioni del marzo 2015 rispetto al marzo 2014? Come è noto, i giornali e soprattutto le televisioni hanno battuto la gran cassa, anche se predicando prudenza, per esaltare gli effetti del JobsAct, entrato in vigore a marzo, enfatizzando il saldo positivo di 92.229 attivazioni rispetto alle cessazioni (+641.572 -549.273), rilevato dalle Comunicazioni Obbligatorie censite dal Ministero del lavoro.
Trionfo, dunque, delle riforme del lavoro approvate dal Governo e Parlamento? Non si direbbe, guardando meglio i dati nel loro complesso.
Intanto, è bene risalire a cosa è successo nei mesi precedenti: ebbene, a gennaio 2015 il saldo è stato +334.923; a febbraio +123.715.
Il trend, dunque, della crescita delle assunzioni appare, da un lato, in discesa; dall’altro si conferma che il JobsAct (il d.lgs 23/2015) non ha avuto sin qui alcun effetto di spinta verso le nuove assunzioni. Se tale effetto vi è stato, esso è dovuto, invece, alla decontribuzione prevista dalla legge 190/2014 che, come facilmente prevedibile, ha indotto molte imprese a rinviare assunzioni già previste nel 2014 al 2015, per ottenere gli sgravi, facendone incetta i primi giorni del 2015. Ecco la ratio della progressione decrescente delle nuove assunzioni o, comunque, del saldi tra assunzioni e cessazioni.
Guardiamo, però, ora, ai dati del marzo 2014, il peggiore anno per la disoccupazione da quando nel 2008 è entrata a far sentire il suo peso la crisi. Ebbene, nel marzo di un anno fa le assunzioni furono 620.032, mentre le cessazioni 558.366. Dunque, sorpresa, anche nel marzo 2014 vi fu un saldo positivo, di ben 61.666 unità.
Ma, allora, se le cose stanno così da un anno all’altro il saldo positivo non è di 92.299, bensì di 20.633. Sempre di saldo positivo si tratta, ma di quasi 5 volte minore di quanto hanno raccontato i media.
Alcuni altri dati sono da tenere presenti, per evitare facili trionfalismi. In particolare è assolutamente normale, guardando le serie storiche delle CO, che nel primo trimestre i saldi assunzioni/cessazioni risultino positivi. Accade regolarmente. Ed avviene comunemente che nei primi due trimestri i saldi risultino positivi, mentre le cessazioni tendenzialmente aumentano nei due ultimi trimestri.
E’, dunque, confermato che per valutare gli effetti del JobsAct è troppo, davvero troppo presto. E’ sperabile che le assunzioni restino sempre e costantemente in numero maggiore, ma finchè i dati della produzione industriale restano negativi è difficile aspettarsi un rilancio dell’occupazione, che, del resto, non è previsto nemmeno dal Def e, dunque, dal medesimo Governo che del JobsAct è l’autore. Che non sembra credere nemmeno lui alla propaganda.
Nessun commento:
Posta un commento