Altro
elemento di particolare rilievo, sul quale la legislazione da ultimo insiste
molto, riguarda il controllo dei tempi: per questa ragione occorre indicare il
tempo mediamente impiegato nell’erogazione dei servizi di anno in anno.
Testo vigente
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Testo modificato
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Art. 33 Obblighi di pubblicazione concernenti i
tempi di pagamento dell'amministrazione
1. Le pubbliche amministrazioni pubblicano,
con cadenza annuale, un indicatore dei propri tempi medi di pagamento
relativi agli acquisti di beni, servizi e forniture, denominato «indicatore
annuale di tempestività dei pagamenti». A decorrere dall'anno 2015, con
cadenza trimestrale, le pubbliche amministrazioni pubblicano un indicatore,
avente il medesimo oggetto, denominato «indicatore trimestrale di
tempestività dei pagamenti». Gli indicatori di cui al presente comma sono
elaborati e pubblicati, anche attraverso il ricorso a un portale unico,
secondo uno schema tipo e modalità definiti con decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri da adottare sentita la Conferenza unificata.
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Art. 33 Obblighi di pubblicazione concernenti i
tempi di pagamento dell'amministrazione
1. Fermo restando quanto previsto
dall'articolo 9-bis, le pubbliche amministrazioni pubblicano, con cadenza
annuale, un indicatore dei propri tempi medi di pagamento relativi agli
acquisti di beni, servizi e forniture, denominato «indicatore annuale di
tempestività dei pagamenti». A decorrere dall'anno 2015, con cadenza
trimestrale, le pubbliche amministrazioni pubblicano un indicatore, avente il
medesimo oggetto, denominato «indicatore trimestrale di tempestività dei
pagamenti». Gli indicatori di cui al presente comma sono elaborati e
pubblicati, anche attraverso il ricorso a un portale unico, secondo uno
schema tipo e modalità definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri da adottare sentita la Conferenza unificata.
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La
novella modifica in minima parte l’articolo 33 del d.lgs 33/2013, limitandosi a
ricordare che la pubblicità ivi prevista potrà essere realizzata nella forma
semplificata di cui all’articolo 9-bis.
Il
problema dei tempi di pagamento alle imprese è rilevantissimo. I ritardi
costituiscono un macigno sulle imprese e sull’economia.
Il
d.lgs 33/2013, dunque, impone alle amministrazioni di rendere pubblici i tempi
medi di pagamento alle imprese. Si tratta di un indicatore estremamente
importante, perché può orientare gli imprenditori verso le amministrazioni che
si dimostrino maggiormente virtuose nell’adempiere all’obbligazione
fondamentale.
Certo,
il tema della puntualità dei pagamenti non si risolve esclusivamente con la
pubblicazione dei tempi. Non si deve ignorare che l’allungamento se non proprio
il blocco dei pagamenti sono anche causati da una normativa contraddittoria se
non kafkiana, che li subordina sia al patto di stabilità (che, comunque, almeno
nel 2016 permetterà lo sblocco dei pagamenti, per mezzo dell’abbandono dello
sciagurato sistema della competenza mista), sia alle procedure invero complesse
e dilatorie per verificare con Equitalia la regolarità nei pagamenti delle
imposte, per somme superiori ai 10.000 euro e, soprattutto, il tempo infinito
che fa impiegare l’acquisizione del Durc. Il quale, in una concatenazione
perversa, spesso non permette il pagamento, perché il ritardo di altre
amministrazioni impedisce alle imprese di versare regolarmente i contributi a
Inps, Inail o Cassa edile.
L’indicatore
previsto dal decreto trasparenza tutti questi aspetti non può evidenziarli e
rischia di essere solo una sorta di gogna mediatica, in assenza di una
disciplina che consenta davvero di rispettare una tempistica veloce, in linea
con le direttive europee.
L’attuale
normativa, proprio per gli oneri di controllo e il macigno del Durc non
consente di rispettare facilmente i 30 giorni previsti, a meno di salti mortali
o irregolarità. Insomma, la sola trasparenza non basta, se non si dà sostanza
alle esigenze concrete.
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