Dunque, la Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per l'Emilia romagna ci informa che il re è nudo e, cioè, che non è possibile utilizzare l'istituto del baratto amministrativo per saldare debiti pregressi, ma solo per ottenere agevolazioni sulle aliquote o temporanee esenzioni future.
In precedenza, la magistratura contabile aveva chiarito che non è nemmeno possibile utilizzare tale istituto al posto delle procedure di appalto.
Il "baratto amministrativo" non può essere nè una datio in solutum che sostituisca la prestazione tributaria (si finirebbero per sconquassare i bilanci), nè un sistema di affidamento di appalti.
Non ci voleva un genio per capirlo. Eppure, per mesi e mesi una quantità enorme di comuni ha utilizzato l'interpretazione travisata della norma, approvando "progetti", che la propaganda della stampa ha gabellato per innovativi e parecchio utili e manageriali, come per il caso del comune di Milano.
Non erano progetti, ma solo danni erariali. Ecco il baratto: scambiare assurde attività amministrative, per corrette applicazioni delle norme. Finchè un giudice non sveli ciò che dovrebbe essere già chiaro. Ma, troppo spesso, i giudici arrivano in ritardo.
Forse, un piccolo baratto sarebbe molto più necessario: barattare, cioè, pressappochismo e demagogia con leggi chiare, utili e ben scritte e ponderate.
https://drive.google.com/file/d/0B6bhEi8D8wo7Qk9ILVMwaVo5bXM/view?usp=sharing
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