La dimensione della realtà concreta per stampa e politica è ormai da tempo superata. I due elementi, ormai, convivono in un sistema ideale, in un Iperuranio platonico, nel quale anche la fallimentare riforma delle province viene considerata positivamente, anche se non ha ottenuto un solo risultato utile, ma ha cagionato esclusivamente caos.
Così, lungo questa linea, sul quotidiano del 27 luglio 2016 Il Messaggero intervista il Ministro Madia su alcuni temi relativi alla riforma del lavoro pubblico ancora in fieri e leggendo l'articolo si scorge questo scambio di domanda e risposta: "Un altro passaggio delicato. Oggi è possibile trasferire d'imperio uno statale da un ufficio all'altro entro 50 chilometri. Sono in arrivo grandi spostamenti dopo quello dei dipendenti delle Province? «Quello delle Province è stato un test di successo. Ci dicevano che non saremmo riusciti a muovere nemmeno una persona. Invece abbiamo completato il processo valorizzando le professionalità dei dipendenti. Abbiamo dimostrato che la mobilità può funzionare»".
Abbiamo letto bene: per il Ministro Madia, processo di trasferimento dei dipendenti in sovrannumero delle province è "un test di successo". Vero. Infatti:
1) dopo 19 mesi dalla legge 190/2014, ancora in 16 regioni su 20 le assunzioni sono bloccate, perchè il processo di trasferimento non si è ancora concluso;
2) doveva finire tutto entro il giugno del 2015, ma a fine luglio 2016 si è ancora incagliati nella procedura;
3) il portale mobilita.gov, come noto, ha funzionato tardi e male;
4) moltissime amministrazioni hanno tenuto nascoste le disponibilità di posti, senza che nessuno sia intervenuto (e anche per questa ragione il processo di trasferimento è tutt'altro che concluso);
5) ancora per circa 6.000 dipendenti operanti presso i servizi per il lavoro non è nota la destinazione finale;
6) anche nelle 4 regioni ove le assunzioni sono state sbloccate, vi sono ancora dipendenti in sovrannumero da ricollocare.
Un grande successo, come i fatti dimostrano. Talmente grande, il successo, che quando qualcuno ha proposto nel corso dei lavoro di redazione del testo unico di riforma delle società partecipate di applicare ai dipendenti in esubero lo stesso schema utilizzato per le province, tutti si sono guardati bene dall'approvare questa proposta ed hanno deciso di cambiare nettamente strada. Perchè, è ovvio, se un test è di successo, appena si può non lo si applica. Il benchmarking, come noto, infatti si fa con i test non di successo.
Di fatti il tutto coincide con il palese fallimento della riforma pasticcio delle stesse province oltre che è stato istituito un nuovo ente e forse pochi lo sanno ( cfr. Città metropolitana). Nessun risparmio concreto...tanto caos e confusione tra servizi, cittadini e dipendenti oltre che, è palese che né i comuni e né tanto meno le regioni possono occuparsi delle funzioni di area vasta. Speriamo che vinca il NO al prossimo referendum costituzionale...così sarà un vero successo!
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