L'analisi/ dopo il referendum
Ora la legge Delrio è a rischio
di Luigi Oliveri
La bocciatura della riforma della Costituzione lascia, tra i suoi frutti amari, quello delle province.
Non si deve dimenticare che la riforma Delrio ha inteso sperimentare in vitro alcune dei contenuti della riforma costituzionale, quali, in particolare la trasformazione delle province in enti di secondo grado, con rappresentanza non più espressa dal corpo elettorale dei cittadini, bensì da sindaci e consiglieri comunali: in piccolo un'anticipazione della riforma che si intendeva realizzare al senato.
Ma, la cosa più eclatante della legge 56/2014 è un altro: si tratta di una riforma esplicitamente adottata per anticipare gli effetti della riforma costituzionale. Infatti, l'articolo 1, nei commi 5 e 51, riferiti alle città metropolitane ed alle province, enuncia espressamente che le previsioni della legge Delrio sono adottate «in attesa della riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione e delle relative norme di attuazione».
Come si è constatato, la riforma costituzionale che la legge Delrio ha inteso anticipare, non vedrà mai la luce.
Nell'ordinamento, dunque, resta adesso la ferita di una legge adottata nella presunzione di essere l'anticipazione dell'attuazione di una riforma costituzionale mai entrata in vigore.
]...] la bocciatura della riforma costituzionale non può non gettare una luce diversa su una legge che, al di là dei danni organizzativi e finanziari causati (nel combinato disposto della legge 190/2014), si presenta come un precedente pericoloso per la coerenza e la tenuta dell'ordinamento giuridico. Infatti, se ogni governo e parlamento decidessero di adottare riforme incompatibili con la Costituzione vigente sulla base della semplice enunciazione dell'intento di attivarle come anticipazione di riforme costituzionali a futura memoria, si avrebbe l'effetto travolgente ed inaccettabile di modificare l'ordinamento in contrasto continuo con la Costituzione vigente, sulla base della prospettiva di riforme costituzionali future, che magari non saranno mai realizzate.
Per questa semplicissima ragione, la legge Delrio dovrebbe essere urgentemente dichiarata incostituzionale. [...]
Sarebbe un messaggio importante che il Parlamento correggesse quella legge, almeno cancellando il riferimento all'abortita riforma della Costituzione, per dare il segnale che si è trattato di un errore clamoroso e che mai più una riforma di simile natura potrà essere non solo effettuata, ma anche solo pensata in attesa di riforme costituzionali. [...]
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